Vinaccio da 2.5 € viene travasato in bella e grossa bottiglia, con bella etichetta (falsa) e vince la medaglia d’oro ad un concorso mondiale3 min read

La notizia è di qualche mese ma l’ho vista solo adesso. Gli ideatori della trasmissione belga On n’est pas des pigeons (Non siamo dei piccioni ) hanno inviato a Gilbert&Gaillard, che è sia un concorso internazionale, che una guida vini e un giornale online, un vino di scarsissimo valore e di bassissimo prezzo (2.5 euro nella catena di supermercati Delhaize) per essere valutato nel loro concorso. Il vino però era stato preventivamente travasato in una bottiglia importante a cui avevano messo un’etichetta  molto più bella e di impatto. Il nome fittizio del vino era Côtes de Sambre e Meuse  Chateau Colombier.

Partecipare al concorso è risultato semplicissimo: è bastato pagare, tra analisi e iscrizione nemmeno 100 euro e così il vino, degustato dai giudici del concorso, ha ottenuto addirittura la medaglia d’oro  con questo commento “Colore rosso granato brillante. Naso timido che unisce frutta con nocciolo, ribes e rovere discreto. Palato suadente, nervoso e ricco con sentori giovani e puliti che promettono una bella complessità. Evoluzione su spezie pregiate e un tocco di fuliggine. Molto interessante”.

A questo punto bisogna precisare con il Concorso Internazionale Gilbert&Gaillard, dato che ha sede ad Hong Kong, non è fra quelli che rispettano la legge francese che regolamenta con precisione i concorsi. Aggiungo che in Francia ci sono ben 120 concorsi enologici ufficiali e questo è un dato, per me, allarmante.

Magari quelli seri e importanti sono pochissimi ma ogni tanto mi capitano bottiglie con “pecette” dorate di questo o quel concorso e sinceramente non mi fanno impazzire.

Ma in questa notizia si può sguazzare per parlare male di concorsi, guide, degustatori, sommeliers, esperti o presunti tali ma sarebbe troppo facile. Meglio spostarsi su un tema che ci sta particolarmente a cuore, quello del packaging fuorviante e delle bottiglie pesanti.

Nei concorsi (almeno si spera) le bottiglie sono bendate ma una bella etichetta e una bottiglia pesante fanno lievitare sempre il consenso del consumatore verso prodotti che “si vestono bene”. La domanda è la seguente: acquistando una bella bottiglia pesante siamo sicuri di acquistare anche un buon vino o invece la veste grafica in generale è uno “specchietto per i piccioni”?

Inoltre ormai lo sanno anche i piccioni (appunto) che la maggior fonte di emissione di CO2 in una cantina è dovuta alle bottiglie e all’imbottigliamento e quindi per inquinare meno basta fare una cosa semplice: usare bottiglie più leggere, meglio se tra 350 e 450 grammi.

Speriamo che i consumatori inizino a capire che bottiglia pesante quasi sempre non identifica un buon vino, anzi: per dirla con la trasmissione belga On n’est pas des pigeons?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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