Vallée d’Aoste Chambave Muscat Flétri 2007 La Vrille6 min read

Lo so bene che per me l’adorata Vallée d’Aoste non sarà più quella di una volta, ora che ogni volta che vi salirò non troverò più ad accogliermi l’amico di una vita, quel carissimo, indimenticabile Gianni Bortolotti, che se n’andato, in punta di piedi, a fine giugno, e che per anni è stato il mio punto di riferimento, il mio “Caronte” eno-gastronomico, il mio consigliere, la persona che inevitabilmente, ogni volta che salivo ad Aosta e dintorni, non potevo non incontrare. Oltre a mancarmi l’amico, la persona con cui ho condiviso per circa vent’anni momenti bellissimi, conviviali, certo, ma anche giornate dove in nome dell’antica amicizia ci si poteva raccontare senza paure condividendo emozioni, sogni e speranze, per il puro piacere di stare insieme e di condividere un momento delle nostre vite sempre un po’ di corsa, mi mancherà sicuramente il grande eno talent scout, la persona che più di qualsiasi altra mi teneva informata su quel che di nuovo bolliva in pentola ed emergeva tra i vigneti e le cantine della Vallée.

Questo dai tempi, ormai lontani, quando Costantino Charrère decideva di piantare i suoi primi vigneti di Chardonnay e di lanciare l’avventura delle Crêtes, oppure Marco Martin faceva le sue prime prove con il Pinot gris lanciando quella bella realtà che è oggi Le Triolet, o ancora Carlo Celegato dava una sua convincente lettura del Blanc de Morgex et de la Salle, o in tempi più vicini Rosset esordiva con lo Chardonnay, il Syrah e il Mayolet e Philippe Quinson proponeva un rosso personalissimo con il suo Beato Emerico. Ora dovrò abituarmi a fare da solo o contare sulle segnalazioni di altri amici se vorrò avere il polso su quanto di nuovo verrà di volta in volta alla ribalta tra i piccoli vignerons (i veri portabandiera, più di quanto lo siano, Cave di Donnas a parte e per certi versi quella di Chambave della migliore viticoltura ed enologia valdostana). Oppure dovrò chiedere periodicamente all’amico Vincent Grosjean, che dell’Associazione dei Viticulteurs Encaveurs è attivo presidente (oltre che bravissimo vignaiolo per conto proprio) di organizzarmi una volta all’anno delle degustazioni come questa che mi allestirono (ed era con me anche Gianni), su alla Maison Agricole di Daniela Dellio, lo scorso gennaio.

In questa occasione, un po’ stremato dalla circa ottantina di vini bianchi e rossi degustati, decisi di rinunciare, per farlo con più calma a casa, all’assaggio di una decina di vini dolci. Non potei dunque condividere con Gianni, che pure mi aveva fatto conoscere per primo l’ottimo passito Lo Flapì di Di Barrò, e cui devo l’assaggio del più grande Muscat de Chambave della mia vita, quello di Machet Martin, la sorpresa di imbattermi in uno Chambave Muscat Flétri davvero notevole. E non ho avuto modo in seguito, dopo aver deciso di fare visita al produttore, in occasione di una bellissima due giorni in giro per cantine e vigneti a fine aprile, di raccontargli non solo quanto mi fosse piaciuto quel vino, oltre che gli altri prodotti, ma come quella piccola cave, con agriturismo annesso  (tel. 3332393695-3471165945), posta a Cretaz, piccola frazione di Verrayes , a nord di Nus e Chambave, sarebbe piaciuta anche a lui, se avesse avuto modo di salirvi. Non potendo raccontare a Gianni dell’incanto di questo posto, dove oltre a produrre, in piccola quantità, diecimila bottiglie massimo, in larga parte consumate sul posto o in Valle, ottimi e schietti vini, a coltivare con cura l’ettaro e mezzo di vigneti, senza forzature, con metodi naturali, Luciana propone una cucina squisita, leggera, gustosa e personalissima, colta, d’ispirazione sia valdotaine che francese (terra di origine del vigneron) e si coccolano letteralmente, nelle sei accoglienti camere e poi al mattino a colazione (che colazione!) gli ospiti, voglio raccontare a voi lettori come valga assolutamente salire a La Vrille. Su da Luciana ed Hervé (il marito vigneron francese) in questo bel posto dove a 650 metri di altezza si gode una splendida veduta del Mont Avic e del Mont Emilius cosi come un’ ottima esposizione al sole durante tutto l’anno. Un’azienda vinicola piccolissima, la cui prima annata è stata il 2005 (in passato le uve venivano conferite alla Crotta di Vegneron), e la cui gamma, oltre al fantastico Chambave Muscat Flétri propone, tutti buoni, veri, ben fatti, un Muscat de Chambave secco (che ho apprezzato moltissimo proposto a tavola la sera della mia cena con pernottamento), un Fumin (con parte delle uve sottoposte ad appassimento per un mese e poi con affinamento in tonneau), un Cornalin, un Gamay e uno Chambave rouge (a base di Petit rouge per un 70% e per un 30% di Vuillermin, coltivato dall’altra parte della valle), che mi ha sorpreso per la sua pienezza e succosità ed una stoffa davvero notevole. Ma è il Vallée d’Aoste Chambave Muscat Flétri, di cui ho apprezzato e goduto, anche in abbinamento ad una torta preparata da una mia cognata (vedete la foto) l’annata 2007, la punta di diamante della (petite) maison, un vino calibrato in tutto, nella gradazione alcolica (13,5°), nella ricchezza, nel gusto, mai troppo dolce assolutamente non stucchevole nervoso di gran carattere. Colore paglierino oro splendente di grande luminosità, spicca subito con il suo naso caratteristico, fresco, vivo, con l’eleganza e la freschezza dei passiti del nord e la svettante aerea vivacità, il “sale” dei vini di montagna. Note, in successione, di fiori bianchi freschi, di gelsomino, e di fiori secchi e accenni a fieno di montagna, e poi scorza d’agrumi, mandorla, frutta secca, canditi, un cenno di miele d’acacia fiori d’arancio e una bella vena salata. Ma poi che meraviglia la bocca, di sorprendente nerbo, vivacità, scatto, con l’acidità che ravviva ed elettrizza una materia giustamente dolce, ma senza eccessi, vivacizzata da un bel retrogusto di salvia e di agrumi, da bella sapidità e carattere, con una precisa vena di mandorla sul finale, che non si siede e si mantiene sempre in tensione, scattante con una sapida mineralità, una suadenza nell’allargarsi in bocca e darle un temperato calore, una cremosa burrosità, da burro d’alpeggio, veramente notevole. A 16 euro per la bottiglietta di 0,375 cl. diciamo che si tratta di un prezzo d’affezione o da amatori, ma credo sia difficile trovare oggi in Vallée, e credo che anche Gianni sarebbe stato d’accordo, uno Chambave Muscat Flétri altrettanto buono e vero, in grado di far sognare davvero chi se lo gusta centellinandolo… Franco Ziliani La Vrille Agriturismo e azienda agricola 1 Hameau du Grandzon Verrayes tel. 0166 543018 e-mail – sito Internet. Indicazioni per arrivare: Uscita autostradale a Nus, proseguire in direzione Torino. A 5 km circa alla prima rotonda  girare a sinistra al panello  direzione "Verrayes". Del pannello "Verrayes" salire  per circa 600 metri ( riferimenti : a sinistra una stalla, a destra una piccola serra in plastica), quindi girare a destra verso  "La Vrille agritourisme, Cretaz, Clapey, Ganjeon (attenzione al piccolo cartello) e seguire la stradina che sale per circa 800 metri. L’Azienda agrituristica è  ubicata al termine della strada.

Questo articolo viene pubblicato contemporaneamente su

http://www.winesurf.it/

http://www.lucianopignataro.it/

http://vinoalvino.org/

 

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE