Valdarno di Sopra Day 2025: varie iniziative ma se ne aspettano ancora di più per il prossimo anno3 min read

Il “Valdarno di Sopra Day”, ospitato da Il Borro della famiglia Ferragamo, ha chiuso le Anteprime di Toscana 2025 con degustazioni delle nuove annate e dibattiti su vino, comunicazione e gestione territoriale, dando spazio a 2 panel per approfondire quello che sta accadendo intorno al mondo del vino, in vigna e sullo scaffale.

Il primo panel, moderato dal critico Daniele Cernilli ha affrontato le difficoltà del settore, come l’impatto negativo delle recenti normative UE e OMS sull’alcol, mentre il professor Michele Antonio Fino dell’Università di Pollenzo, ha suggerito maggiore flessibilità nei disciplinari raccontando la radice dell’anarchia tipica italiana nel mondo vitivinicolo: la nascita prima della Legge dei Consorzi e poi quella delle Denominazioni, uno scambio di fattori che ha dato spazio a confusione e interpretazioni. Soluzioni? Rivedere le norme e fare le modifiche in tempi più rapidi: il cambiamento climatico è più veloce delle modifiche normative.

Armando Castagno ha proposto di legare ancora di più vino e territorio ma soprattutto, confortando la platea, ha rassicurato che non c’è una congiura contro il vino (v. anche i servizi superficiali della trasmissione Report) bensì i consumatori ormai dubitano di tutto, per questo metterci la faccia è l’unica soluzione. Ultima battuta per Walter Massa che con semplicità ha parlato del connubio più seduttivo di sempre per un consumatore: vino e piacere, ribadendo che le denominazioni sono fortunate a seconda di dove si trovano e rispolverando il progetto degli anni ’60 su DOC e DOS (Denominazione di Origine Semplice).

Giornalisti durante il Valdarno di Sopra Day

Il secondo panel, moderato dalla giornalista, agronoma e divulgatrice scientifica Alessandra Biondi Bartolini ha esaminato l’innovazione per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Con Stefano Stefanucci di Equalitas si è parlato di approccio olistico alla sostenibilità, mentre Riccardo Velasco di Crea ha presentato nuove varietà resistenti come il Glaurum (cugina della Glera) nell’ambito del progetto EdiVite dell’Università di Verona, boicottato di recente da atti vandalici da parte di frange di resistenze sociali alla ricerca genomica.

Aldo Fiordelli, collaboratore di James Suckling, ha proposto che il Biologico cessi di essere utilizzato come un brand aziendale bensì diventi un elemento distintivo dei consorzi. Danielle Callegari di Wine Enthusiast ha ribadito invece come la sostenibilità significhi lasciare qualcosa alle nuove generazioni.

Durante la giornata è stato assegnato anche il Premio Beatrice Torrini al documentario Rai Divine, che racconta la storia e lo stile di vita di alcune piccole produttrici di vino toscane. 

Chiusura della mattinata di lavori con gli assaggi guidati dalla Master of Wine Susan Hulme, che durante il tasting ha ripetuto più volte le parole originalità e identità, facendo lo slalom tra le varie espressioni di Sangiovese nei calici. Proposta per il prossimo anno? Parte dalla Hulme stessa: va bene degustare ma il confronto tra più esperti potrebbe arricchire il dibattito.

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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