Uno sguardo su Garganica 2018, ovvero un sorso (giovane) di vulcano4 min read

Dal 9 all’11 giugno si è svolta nel cuore di Vicenza la terza edizione di Garganica. Venti aziende del comprensorio della Doc Gambellara hanno offerto a un pubblico di appassionati e operatori le loro etichette, accompagnate dai prodotti tipici della Strada del Recioto e dei Vini Gambellara e di tutta la provincia vicentina.

La nuova location della kermesse ha inaugurato un rinnovato rapporto tra il capoluogo e Gambellara, con le sue ricchezze e peculiarità che si estendono anche ai comuni di Montebello Vicentino, Montorso e Zermeghedo.

Come hanno illustrato ampiamente nella presentazione il direttore del Consorzio Franco Cavallon e il presidente Silvano Nicolato, si sono venuti a creare dei pacchetti turistici che mirano a offrire ai visitatori un nuovo ventaglio di scelte: dalle specialità enogastronomiche, alle escursioni attraverso le colline e le ville antiche, con o senza le vecchie ”barchesse” ( edifici rurali di servizio d’antan presenti in Veneto).

A questo scopo da venerdì 8 a domenica 10 giugno è stato ospitato un gruppo di addetti ai lavori che sono stati accompagnati in un tour di conoscenza delle specialità gastronomiche e  delle cantine . Nel percorso sono state inserite una tappa al Museo del vino e una passeggiata tra i sassi neri esagonali del parco comunale gambellarense.

La sede del Consorzio, Palazzo Cera, è stata aperta per l’occasione alla stampa che ha potuto visitare anche la fornitissima Biblioteca La Vigna, dove è conservato in primis, Il Roccolo ditirambo” ( edito a Venezia nel1754) che con i suoi 1700 versi reinterpreta in chiave ”indigena” il mito di Dioniso e celebra gli oltre 30 nettari da vite presenti nell’area berica, con le rispettive zone di produzione. E’ considerato dagli studiosi il primo moderno trattato di enologia.

Il punto più importante dell’evento però è stato sabato 9 giugno una verticale di Gambellara classico dal 2007 al 2015, solo con vini 100% ‘’garganega’’. E’ stata una degustazione significativa perché da essa si è potuto captare le potenzialità del vitigno. Molti produttori stanno infatti lavorando per il miglioramento della versione ferma, puntando sull’innovazione e sulla diminuzione delle rese in campagna.

La maggior parte delle cantine sono trainate da giovani leve che hanno preso le redini dell’attività paterna,  come succede anche nelle zone viticole più importanti del mondo, tipo Borgogna. Il terroir è eminentemente vulcanico, quindi perlopiù costituito da basalto (in collina), con una piccola percentuale di ghiaia in pianura.

La presenza di crateri in loco e nel circondario ha contribuito a trasmettere al vino caratteristiche di spiccata salinità e mineralità. La sapidità che si può riscontrare nelle bottiglie assieme a una vigoroso nerbo acido garantiscono una notevole longevità, che mantiene inalterate le specificità della bevanda nel tempo.

Sarebbe Importante che il consumatore non considerasse solo il vin de l’année e che i vignaioli spingessero sempre piu’ per avere delle ”riserve”, se così le vogliamo chiamare, e le consigliassero al pubblico.

Non solo dunque Recioto e Vin Santo, che comunque hanno il merito di essere il biglietto da visita e l’eccellenza di un territorio che si specchia candidamente nel bicchiere.

Eccovi una breve presentazione dei vini degustati.

Lino Sordato Gambellara Classico2009

un vino di quasi 10 anni di un winemaker novello, non ancora quarantenne. Maturato in serbatoi inox, colore dorato, profumi evoluti ed amalgamati nel frutto e nella modulazione del dolce; piacevolezza in bocca , con la presenza ancora di una consistente morbidezza. Grande eleganza complessiva.

Dal Maso ”Riva dal Molino”2007

Azienda familiare di discrete dimensioni. Profumi terziari gradevoli, si presenta già adulto con un colore giallo molto carico. Naso però complesso  e bocca che mostra  consistenza  e freschezza. Note aggraziate di scorza di limone con a seguire una traccia  fumè molto persistente. Signorile

Cantina di Gambellara ”Togo”2007

Di colore ambrato, con una trama nasale composta da polvere da sparo, pietra focaia e una prorompente scia sulfurea. Mostra una leggera stanchezza generale. Da considerare positivo, tutto sommato, il lavoro in vigna e in cantina di questa piccola realtà cooperativa, adesso inserita nel gruppo Vitevis dal 2014.

Marchetto ”Corte dei Mei” 2013

Piccola impresa familiare. Elementi olfattivi intensi e complessi , tiglio e pompelmo maturo, pesca gialla e fiori bianchi . Piacevole e variegato. Da risentire.

Lino Sordato Gambellara Classico Doc 2012

Rigorosamente in acciaio; colore giallo paglierino acceso. Al naso si percepiscono sentori di miele d’acacia, di caramella d’orzo con l’intensità del frutto appena maturo. Bocca piena, robusta e grassa che nulla perde in finezza.

Natalina Grandi Gambellara Classico Doc 2015

Abbiamo sempre una conduzione familiare in conversione al biologico. Frutto e sale costanti sin dal primo assaggio; acidità affiorante a livello gustativo e differenziazione nei profumi (gesso, ananas, fiori gialli, e ginestre) per l’utilizzo di tonneaux usati di rovere francese. Florido.

 

Per ulteriori informazioni

www.consorziogambellara.com

www.stradadelrecioto.com

 

 

 

 

 

 

Lorenzo Magnabosco
LEGGI ANCHE