Il Teroldego è praticamente il vino che ha segnato i miei (poco fortunati) trascorsi sportivi, nel senso che come entravo in Trentino per sciare lo incontravo regolarmente sul tavolo. Allora infatti era permesso la sera prima di una gara un bicchiere di vino e con un bicchiere di Teroldego, nero come la pece, tannico, alcolico, quasi sempre rustico, ci facevi tranquillamente cena.
Mi è così rimasto nel cuore e l’ho seguito per lunghi anni, vedendone l’ascesa e la caduta, l’ascesa e la caduta, per più volte.
Oramai, dal punto di vista del peso quantitativo (controllando i dati gentilmente forniteci dal Consorzio Vini Trentini), da circa trenta anni è stazionario sul 6% della superficie vitata regionale e, anche se è il vitigno rosso più piantato in regione, non arriva ai 700 ettari.
Però ha un suo però, quest’anno ancor di più!
Non solo infatti abbiamo trovato tanti Teroldego (soprattutto DOC, ma anche IGT) di ottimo livello ma li abbiamo trovati finalmente quasi tutti improntati alla dinamicità e all’eleganza, abbandonando finalmente quelle concentrazione che negli anni scorsi ci avevano regalato tanti vinoni da concorso ma poco di territorio.
La cosa bella è che molti di questi vini sono fatti da ragazzi giovani, che sembrano aver preso una strada precisa (quella della rispondenza al vitigno e della piacevolezza) seguendola senza se e senza ma.
A parte i sei vini top molti altri anno “rischiato” di essere nel nostro empireo enoico e non ci sono arrivati solo per la tradizionale tirchieria punteggistica che ci contraddistingue.
Quindi un bel passo avanti rispetto anche al recente passato e siamo felici di poterlo affermare.