Teroldego: quest’anno ha, finalmente, un suo perché!1 min read

Il Teroldego è praticamente il vino che ha segnato i miei (poco fortunati) trascorsi sportivi, nel senso che come entravo in Trentino per sciare lo incontravo regolarmente sul tavolo. Allora infatti era permesso la sera prima di una gara un bicchiere di vino e con un bicchiere di Teroldego, nero come la pece, tannico, alcolico, quasi sempre rustico, ci facevi tranquillamente cena.

Mi è così rimasto nel cuore e l’ho seguito per lunghi anni, vedendone l’ascesa e la caduta, l’ascesa e la caduta, per più volte.

Oramai, dal punto di vista del peso quantitativo (controllando i dati gentilmente forniteci dal Consorzio Vini Trentini), da circa trenta anni è stazionario sul 6% della superficie vitata regionale e, anche se è il vitigno rosso più piantato in regione, non arriva ai 700 ettari.

Però ha un suo però, quest’anno ancor di più!

Non solo infatti abbiamo trovato tanti Teroldego (soprattutto DOC, ma anche IGT) di ottimo livello ma li abbiamo trovati finalmente quasi tutti improntati alla dinamicità e all’eleganza, abbandonando finalmente quelle concentrazione che negli anni scorsi ci avevano regalato tanti vinoni da concorso ma poco di territorio.

La cosa bella è che molti di questi vini sono fatti da ragazzi giovani, che sembrano aver preso una strada precisa (quella della rispondenza al vitigno e della piacevolezza) seguendola senza se e senza ma.

A parte i sei vini top molti altri anno “rischiato” di essere nel nostro empireo enoico e non ci sono arrivati solo per la tradizionale tirchieria punteggistica che ci contraddistingue.

Quindi un bel passo avanti rispetto anche al recente passato e siamo felici di poterlo affermare.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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