Taurasi 2007: ventate di belle novità!4 min read

Prendete una manifestazione di cui si sentiva effettivamente la mancanza, aggiungeteci un territorio tra i più importanti della viticoltura italiana ed un vitigno straordinariamente portato per l’invecchiamento. Condite con un gruppo di aziende dotate di  idee chiare e con un gruppetto di under 31, che da appassionati ed esperti si sono ritrovati anche nel ruolo di perfetti organizzatori di eventi. Mescolate il tutto ed otterrete “ Taurasi  Vendemmia 2007.”

Questa manifestazione è venuta finalmente ha colmare il vuoto di Anteprima Taurasi e lo ha fatto nel modo migliore, nonostante il clima (probabilmente sponsorizzato da qualche grande denominazione in rosso del nord o del centro..) fosse assolutamente inclemente, proponendo pioggia, neve, vento e freddo in quantità industriali.

Il bello della manifestazione è stato il voler mettersi in gioco: nessun preconcetto sul rivalutare e ridiscutere quanto fatto in passato, nessuna commissione blindata che conferisce le stelle all’annata, nessuna paura di dirsi le cose in faccia.
Per questo durante la degustazione del primo giorno, quella dedicata ad una interessantissima retrospettiva della vendemmia 2001, si è assistito addirittura ad un “declassamento” ufficiale di quell’annata, che da 16/20 è stata portata a 14/20. Il tutto però è avvenuto “in itinere”, durante una discussione approfondita e senza preconcetti, dove si sono anche riconosciuti errori di valutazione commessi in passato.

Ma le vendemmie non si valutavano in stelle da uno a cinque?  A Taurasi, da quest’anno, non più. Il gruppo di lavoro “Under 31” (oramai li definisco ufficialmente così), radunato attorno a Paolo de Cristofaro, ha studiato un nuovo sistema in ventesimi  che rende molto più dinamica e realistica la valutazione finale.

In soldoni: da una parte ci sono i tecnici che danno una valutazione sull’annata dal punto di vista agronomico ed enologico, dall’altra i giornalisti invitati all’anteprima che valutano i vini “nel bicchiere” dando responsi su qualità e possibilità di invecchiamento del vino. Altra importante novità è che la valutazione finale, scaturita da una media tra i due gruppi sarà soggetta (come quella del 2001) a future rivisitazioni.

Alla sua prima uscita ufficiale questo nuovo sistema di valutazione ha portato al conferimento di 16/20 all’annata 2007, ottenuto attraverso l’assaggio di  una trentina di vini, di cui più di venti già imbottigliati.

Ho parlato prima dell’assenza di paura a dirsi le cose in faccia. Proprio quello che è successo durante la riunione serale tra produttori, enologi e giornalisti, una delle più informali e proficue a cui ho partecipato da diverso tempo.

Ma veniamo a come abbiamo valutato noi di Winesurf questa vendemmia 2007: indubbiamente una buona annata (ma non ottima),  che ha visto molti produttori perdere per strada alcune imperfezioni enologiche del passato. Una crescita della qualità media abbastanza generalizzata a cui fa da contraltare una mancanza (a cui forse l’invecchiamento sopperirà) di grandi punte. Personalmente un dato su cui vorrei soffermarmi è la diminuzione generalizzata della freschezza, alias acidità, nei vini. Questa, pur essendo quasi naturale in una vendemmia calda come il 2007, non vorrei venisse presa come strada maestra per il futuro e ci si ritrovasse  nei prossimi anni a degustare Taurasi  con grande potenza tannica a cui però manca quella riconoscibile spalla acida che l’Aglianico, in questa zona, deve poter mostrare.

Una piccola riflessione sull’ aumento di produttori-imbottigliatori: oramai siamo quasi a 60, là dove una decina di anni fa si superavano a malapena i 20. Ben vengano facce nuove, senza scordarsi però che nessuno nasce imparato e che per fare ottimi rossi con notevole potenziale di invecchiamento ( le grande DOCG del centro e del nord, purtroppo,  insegnano) non basta piantare un vigneto. Ci vogliono anni, impegno, conoscenza (spesso qualche errore) e abnegazione per passare da un “grosso” vino ad un grande vino.

Proprio questa crescita, accanto al generale miglioramento tecnico penso sia uno dei principali motivi della somiglianza (aldilà di una naturale omogeneità tra vini di annate più calde, con maturazioni delle uve mediamente ottimali) tra diversi vini del 2007 degustati. Infatti quando in una zona aumentano sia i produttori sia le competenze tecniche portate dagli enologi è quasi normale che il primo passo sopra “l’anarchia enologica” sia il ricondursi ad alcune, precise, tecniche di cantina. Niente di diabolico per carità; per fare dei vini puliti basta seguire poche regole e da quelle, una volta metabolizzate a dovere, proseguire sulla propria strada. Molti produttori di Taurasi sono in questa fase di naturale crescita e quindi certe somiglianze stilistiche sono, adesso,  quasi scontate.

Tra quei 2007 che hanno mostrato carattere e qualità superiore abbiamo avuto conferme e scoperte. Se nel primo campo annotiamo i nomi di Tecce, Mastroberardino, Molettieri e Perillo, nell’altro ci togliamo il cappello di fronte ad Elmi e soprattutto ad Antico Castello, due cantine di cui sicuramente sentiremo parlare molto e molto  bene in futuro.

Per chiudere ancora due parole sulla bravura degli organizzatori, già proiettati verso l’anteprima di Fiano e Greco che si terrà nella seconda metà di maggio. Un gruppo di persone così appassionate e competenti è un vero tesoro per un territorio che vuole crescere; cari produttori, non scordatelo!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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