Bisogna essere onesti e chiari: oramai da anni coesistono due “mondi” nell’Orvieto, quello che punta alla qualità (e la ottiene) e quello “da Autogrill” che punta a vendere al prezzo più basso possibile.
Anche gli assaggi di quest’anno hanno evidenziato che questa punta non ha niente da invidiare a tante denominazioni più blasonate. Peccato, appunto, che si parli di punta e che l’iceberg sommerso, questo “ventre molle”, rimanga tale.
Aldilà del 70% di imbottigliato fuori zona, dato che difficilmente può essere modificato nel breve, bisogna ammettere che l’Orvieto, da quando lo assaggiamo ha sempre fatto passi in avanti, e anche i bianchi IGT prodotti in zona stanno progredendo.
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