Stampa estera. Terre de Vins, numero speciale su superalcolici, cocktails, vermouth3 min read

Questa volta sono di scena gli Spiritueux, i liquori: ovviamente quelli provenienti dalle uve, come il cognac e l’armagnac, ma anche quelli di importazione provenienti da materie prime differenti (whisky, soprattutto, rhum, gin e vodka) sempre più popolari in Francia. Dopo l’introduzione di Rachelle Lemoine, che ripercorre rapidamente la storia della diffusione dei diversi liquori in Francia, senza dimenticare l’assenzio e le bevande “anisé”, la stessa autrice, con Jean-Michel Brouard parla dell’arte dei bartender e del nuovo mondo dei cocktails, anche attraverso ricette e ritratti di alcuni bartender più popolari.


Un’analisi più monotematica inizia con il whisky, attraverso l’intervista a Thierry Benitah, Presidente e Direttore generale de “La Maison Whisky”, una società di import/export che compie oggi 65 anni. Nel 1956 in Francia si consumava un milione e mezzo di bottiglie di whisky, oggi 200 milioni: all’epoca solo blends, principalmente delle grandi marche, come Johnnie Walker, non erano ancora conosciuti i whisky di puro malto. Il mercato francese ha raggiunto la maturità negli anni 90.Nell’intervista si ripercorrono le diverse tappe del mercato del whisky, dell’evoluzione dei gusti e delle prospettive di sviluppo.

Dopo Planète Spi (Pianeta Spiritueux), in cui sono riportate le principali news del settore, si entra nel mondo del cognac: dapprima con una “escapade” a Jarnac-Charente, città protestante sorta sui meandri del fiume Charente e intimamente legata alla produzione del cognac. E’ l’occasione per visitare sei cantine: Hine, Navarre, Courvoisier, DElamain, Guy Pinard, Braastad. Di seguito sono riportati suggerimenti pratici per indirizzi da visitare, per mangiare e dormire. Jean-Charles Capuzet illustra i cognac da assaggiare, divisi in quattro diverse rubriche: i cognac di prestigio, i cognac bio, i grandi millesimati e i crus. Lo stesso Chapuzet incontra nell’articolo successivo Madame Cognac, Annie Ragnaud-Sabourin, titolare della celebre etichetta.

Annie Ragnaud-Sabourin

Frédérique Hermine illustra il fenomeno dei Domaines vinicoli che propongono anche liquori di alta gamma : tra questi soprattutto gin. Segue un’intervista a Jean-Sébastien Robicquet , il pioniere della Spirits Valley, che in venti anni ha dato una scossa al mondo dei liquori, con la sua vodka Ciroc e il suo gin G’Vine prodotti in terra charentaise.
Ed ecco l’Armagnac. Anche in questo caso si comincia con una “escapade” nella regione, alla ricerca di gemme artigianali: Château de Gensac, Château de Léberon, Château de Laubade, Château Saint-Aubin, Château de Maniban, Château de Ravignan. Al termine, la consueta guida pratica per soggiornare e visitare la regione.

Mathieu Doumenge, curatore anche dell’itinerario precedente, presenta le sue selezioni di armagnac : Brut de fût, ossia armagnac prelevati direttamente dalla botte, senza alcuna operazione di filtrazione o riduzione ; millesimati; le sempre più popolari Blanches d’Armagnac, cioè acquaviti giovani, mai affinate in botte e i monovarietali da uve baco, incrocio di folle blanche e noah.

Ancora Doumenge introduce i lettori di TdV nell’arte dei cocktails. Di seguito sono riportate selezioni di rhum 100%delle Antille e caraibici , di bourbon americani e preziosi whiskies giapponesi.
Nella parte finale: un articolo sulla rinascita dei vermouth e uno sulla colorata cucina de Le Taillevent, che non cessa mai di rinnovarsi: gli accords, naturalmente, a base di liquori, dal rhum agli armagnac. Si chiude con un ultimo itinerario : le distillerie di Islay, isola scozzese, celebre per i suoi whiskies marcati dalla torba.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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