Questa volta sono di scena gli Spiritueux, i liquori: ovviamente quelli provenienti dalle uve, come il cognac e l’armagnac, ma anche quelli di importazione provenienti da materie prime differenti (whisky, soprattutto, rhum, gin e vodka) sempre più popolari in Francia. Dopo l’introduzione di Rachelle Lemoine, che ripercorre rapidamente la storia della diffusione dei diversi liquori in Francia, senza dimenticare l’assenzio e le bevande “anisé”, la stessa autrice, con Jean-Michel Brouard parla dell’arte dei bartender e del nuovo mondo dei cocktails, anche attraverso ricette e ritratti di alcuni bartender più popolari.
Un’analisi più monotematica inizia con il whisky, attraverso l’intervista a Thierry Benitah, Presidente e Direttore generale de “La Maison Whisky”, una società di import/export che compie oggi 65 anni. Nel 1956 in Francia si consumava un milione e mezzo di bottiglie di whisky, oggi 200 milioni: all’epoca solo blends, principalmente delle grandi marche, come Johnnie Walker, non erano ancora conosciuti i whisky di puro malto. Il mercato francese ha raggiunto la maturità negli anni 90.Nell’intervista si ripercorrono le diverse tappe del mercato del whisky, dell’evoluzione dei gusti e delle prospettive di sviluppo.
Dopo Planète Spi (Pianeta Spiritueux), in cui sono riportate le principali news del settore, si entra nel mondo del cognac: dapprima con una “escapade” a Jarnac-Charente, città protestante sorta sui meandri del fiume Charente e intimamente legata alla produzione del cognac. E’ l’occasione per visitare sei cantine: Hine, Navarre, Courvoisier, DElamain, Guy Pinard, Braastad. Di seguito sono riportati suggerimenti pratici per indirizzi da visitare, per mangiare e dormire. Jean-Charles Capuzet illustra i cognac da assaggiare, divisi in quattro diverse rubriche: i cognac di prestigio, i cognac bio, i grandi millesimati e i crus. Lo stesso Chapuzet incontra nell’articolo successivo Madame Cognac, Annie Ragnaud-Sabourin, titolare della celebre etichetta.

Frédérique Hermine illustra il fenomeno dei Domaines vinicoli che propongono anche liquori di alta gamma : tra questi soprattutto gin. Segue un’intervista a Jean-Sébastien Robicquet , il pioniere della Spirits Valley, che in venti anni ha dato una scossa al mondo dei liquori, con la sua vodka Ciroc e il suo gin G’Vine prodotti in terra charentaise.
Ed ecco l’Armagnac. Anche in questo caso si comincia con una “escapade” nella regione, alla ricerca di gemme artigianali: Château de Gensac, Château de Léberon, Château de Laubade, Château Saint-Aubin, Château de Maniban, Château de Ravignan. Al termine, la consueta guida pratica per soggiornare e visitare la regione.
Mathieu Doumenge, curatore anche dell’itinerario precedente, presenta le sue selezioni di armagnac : Brut de fût, ossia armagnac prelevati direttamente dalla botte, senza alcuna operazione di filtrazione o riduzione ; millesimati; le sempre più popolari Blanches d’Armagnac, cioè acquaviti giovani, mai affinate in botte e i monovarietali da uve baco, incrocio di folle blanche e noah.
Ancora Doumenge introduce i lettori di TdV nell’arte dei cocktails. Di seguito sono riportate selezioni di rhum 100%delle Antille e caraibici , di bourbon americani e preziosi whiskies giapponesi.
Nella parte finale: un articolo sulla rinascita dei vermouth e uno sulla colorata cucina de Le Taillevent, che non cessa mai di rinnovarsi: gli accords, naturalmente, a base di liquori, dal rhum agli armagnac. Si chiude con un ultimo itinerario : le distillerie di Islay, isola scozzese, celebre per i suoi whiskies marcati dalla torba.