Stampa estera: Bourgogne Aujourd’hui, n. 1686 min read

Palmarés 2022, “Guide d’Achat “ Yonne e Vougeot, Domaine Marchand-Tawse e Cahier Crémants de Bourgogne sono i titoli principali di copertina di questo numero.

Si comincia con l’interessante intervista a Vincent Clément, originario della Côte-Chalonnaise,  da un ambiente diverso da quello del vino (pellicce e cuoio), ma innamorato della vigna, dal 2012 proprietario-gestore della Libreria Athenaeum di Beaune, vero tempio dedicato alla cultura del vino in tutte le sue dimensioni, che tutti gli amanti della Borgogna hanno visitato almeno una volta: 1000 mq. di fronte all’Hotel-Dieu, 20 dipendenti, 20.000 libri, di cui più di 3.000 in ambito eno-gastronomico, 1.800 referenze nella cantina. L’intervista di Christophe Tupinier tocca naturalmente la sua storia personale, le caratteristiche del progetto Athenaeum, l’insolita compresenza di libri e vini, le serate “dédicace” con gli autori, le novità, a partire dal nuovo sito Internet. Oggi le vendite online sono solo il 7-8% del volume di affari, col 50% dei clienti rappresentato da turisti stranieri.

A seguire, dopo un breve articolo su Couchey, il comune satellite dell’appellation Marsannay, sede della 79 esima edizione della Saint-Vincent Tournante,  si comincia con le degustazioni: i vini della Yonne, di tutti i colori, dell’annata 2020, e poi quelli di Vougeot, Villages, Premiers Crus e Grands Crus del 2019 e 2020.

Partiamo dalla prima degustazione. L’annata 2020, sotto esame, è nel complesso di ottima qualità nello Chablisien, ma abbastanza atipica:  B.A. la definisce una “vera-falsa” annata calda, un millesimo sorprendentemente temperato, quasi classico, sia pure assai precoce, con la vendemmia iniziata a fine agosto. Discreta anche quantitativamente (in media 40-45 hl./ha. ), che hanno permesso ai vignerons di affrontare con maggior serenità l’estenuante annata 2021, fortunatamente seguita da una 2022 ristoratrice. A Chablis il miglior risultato per i grands crus è stato quello del Clos des Hospices dans les Clos di Christian Moreau Père et F. (18.5/20), tra i Premiers crus il  Séchets di Louis Michel et F. (17.5). Ottimo lo Chablis base di Nathalie et Gilles Fèvre (18/20), mentre il miglior Petit Chablis è stato quello di Camille et Laurent Schaller (17.5). Per quanto riguarda le altre denominazioni della Yonne, è stata un’annata assai difficile per i rossi, mentre le appellation bianche, pur se di una ricchezza insolita, trascinate soprattutto dai sauvignon di Saint-Bris, hanno ottenuto risultati interessanti. A St. Bris brilla ancora la stella del Domaine Jean-Hughes et Guillem Goisot, il cui St-Bris Moury spunta 18/20 (molto bene anche Exogyra Virgula , La Ronce e Corps de Garde), mentre stentano i rossi di Irancy : il migliore è La Cuvée Louis Bersan del Domaine Jean-Louis e Jean-Christophe Bersan (17).

Eccoci a Vougeot (annate 2019 e 2020), finalmente  a livelli degni del suo rango: Clos de Vougeot di grande qualità, ma anche i pochi climat classificati in Premier Cru o Villages si sono fatti apprezzare, come testimoniano le percentuali  di riuscita dei campioni esaminati largamente al di sopra del 90%.

Tra i Clos de Vougeot, i risultati di vertice sono  quelli del  Vieilles Vignes di Château de la Tour  e  del Domaine Faiveley, entrambi 18/20,  mentre il migliore tra i Premiers crus è risultato il Clos de la Perrière  del Domaine Bertagna (16/20). Tra i Villages spicca il Vougeot Les Cras dello stesso Domaine  (16.5), ma soprattutto quello, sorprendente, di François Legros (17.5/20).

Questo numero contiene due verticali davvero inedite. La  prima, incorporata nella sezione della “Guide d’Achat” dedicata ai vini di Vougeot , di quattro diverse annate, dalla 1999 alla 2020, del Clos Blanc, Vougeot Premier Cru blanc  monopole  del Domaine de la Vougeraie, che lo considera la propria bandiera, pur possedendo un carnet ricco di parcelle di eccezionale prestigio in diversi Grands crus della Cte d’Or, e ha  un progetto importante di valorizzazione di esso. Posto di fronte al Clos de Vougeot, vicino al Musigny e a Les Amoureuses,è una vigna eccezionale, le cui uve sono sempre perfettamente sane, ma che non maturano mai nello stesso tempo, per cui occorre raccoglierle in almeno due fasi.  Già dal 2012 il Domaine de la Vougeraie impiega per il suo affinamento fusti di legni acquistati direttamente dalla foresta di Cîteaux.

La seconda riguarda tutte le dieci annate del Musigny Grand cru del Domaine Marchand-Tawse, due piccole parcelle di complessive 9 are situate immediatamente sopra e sotto la Route des Grands crus. La degustazione parte dalla vendemmia 2012, la prima da quando sono state acquistate, per giungere alla 2021. La progressione è evidente, con il vertice dell’annata 2018 (19/20), seguita da tre millesimi molto riusciti.

Elisabeth Ponavoy racconta i vincitori e i candidati dei premi assegnati ai personaggi (produttori e speranze) dell’anno.  Bernard Bouvier è il produttore dell’anno, a riconoscimento del grande lavoro volto nella valorizzazione del terroir di Marsannay, mentre il premio di  “Speranza dell’anno” è  stato assegnato al giovane Antonin Pillot, 26 anni, del Domaine Jean-Marc Pillot di Chassagne-Montrachet.

Di seguito è  Jean-Baptiste Chapelon a presentare i piatti dello chef stellato e Meilleur Ouvrier de France Romuald Fassenet allo Château du Mont-Joly di Sampans, da accompagnare con i Vins de Paille. Infine, non resta che il Cahier Crémants. Crescono i crémants non dosés, che testimonia la progressione qualitativa del settore: sono sempre più richiesti, nonostante alcune annate piuttosto difficili, anche se la 2021 è stata ottima per questa tipologia di vini effervescenti.Come spiega Chapelon nel suo articolo, le uve  del Beaujolais sono sempre più presenti nella produzione dei Crémants de Bourgogne(il 51% delle uve impiegate nei Crémants proviene infatti dal Departement du Rhône, quello del Beaujolais). Elisabeth Ponavoy incontra Sylvain Martinand, dal 2008 Maître de Chai delle Caves Bailly-Lapierre, sempre più innamorato dei Crémants, si chiude con il banco d’assaggio, che mette in evidenza, oltre ai soliti produttori più conosciuti, la Maison Albert Sounit , a Rully, che firma il Crémant con la valutazione più alta della degustazione (18/20 per il Crémant blanc Grande Cuvée Grand Éminent 2017), e il lavoro eccellente de Les Vignerons d’Igé, che ottengono lo stesso punteggio con una eccellente cuvée di Crémant de Bourgogne blanc in vendita a soli 6.75 euro.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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