Stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 444 min read

Una bella immagine di vigna al tramonto (siamo in Oregon, nella Williamette Valley) accompagna  il titolo  maggiore della copertina di questo numero, che annuncia un dettagliato report sui Pinot noir dell’Oregon e un ampio servizio concernente la visita al Domaine Beaux-Frères e l’incontro con il suo direttore, Mike Hetzel. Gli altri titoli sono per l’annata 2017 a Bordeaux e i più bei ristorante waterfront, ossia affacciati sui laghi americani.

Il primo articolo é quello della visita al Domaine Beaux Frères e all’incontro con Mike Etzel. Alla fine degli anni ’80, Etzel decise di trasferirsi con la sua famiglia dal Colorado per acquistare quella che era una fattoria  per l’allevamento dei maiali con 88 acri di terra (poco più di 35 ettari) situati sul Ribbon Ridge, nella parte settentrionale della Williamette Valley, insieme con il cognato (beau-frère) Robert Parker -sì, il Wine Advocate- per farne una delle  wineries-faro della regione.

La Beaux-Frères Winery , dalla primavera del 2017, é entrata a far parte della costellazione Maisons et Domaines Henriot. Nel portafoglio della nota Maison de Champagne erano già il Domaine Bouchard Père et Fils a Beaune, il Domaine William Fèvre a Chablis e lo Château de Poncié a Fleury, nel Beaujolais. L’articolo é firmato da Harvey Steiman, che ha anche assaggiato per WS i Pinot Noir prodotti da Etzel alla Beaux-Frères e negli altri Domaines  di cui gli Etzel sono comproprietari (Sequitur e il Domaine Roy et Fils) in Oregon.

Segue il report di Tim Fish  sui vini dell’Oregon, dopo l’ottima  vendemmia del 2017, che ha seguito l’onda  delle grandi annate 2014-2016.  Un’annata fredda,  con una primavera piovosa e un’estate calda  e asciutta: I vini non hanno la finezza e l’eleganza di quelli del 2016, ma la qualità é generalmente alta. Non é un caso che nella lista dei vini raccomandati da Fish siano presenti due vini di Beaux-Frères (l’Upper Terrace di Beaux-Frères é quello con il punteggio più alto, 96/100) e uno ciascuno degli altri due Domaines di Etzel che abbiamo appena citato.

Col titolo “The Big Chill” (il grande gelo) James Molesworth riferisce sulla contrastata vendemmia 2017 di Bordeaux: un’annata segnata dale gelate, con quantità ridotte, ma qualità generalmente molto buona. La qualità media dell’annata é stimata tra 91 e 93/100 (Right Bank meglio di Médoc e   Graves), inferiore a quella, assai più alta, di 2015,2016 e 2018 (quest’ultima valutazione é però da verificare più avanti), ma superiore al quella delle  quattro vendemmie ancora precedenti (2011-2014, con 2012 e 2014 meglio di 2011 e soprattutto del misero 2013).

Quali i Top Wines secondo Fish?  Latour (98/100) nella Left Bank (ma non sono inclusi i rossi di Pessac-Léognan, incomprensibile, visto che ai bianchi  é riservata una graduaoria a parte, così come ai bianchi liquorosi di Sauternes e Barsac). Nella Right bank  é al vertice un terzetto di Pomerol (Pétrus, Le Pin e Vieux Château Certan), con 98/100. 98 punti anche per lo Château Haut-Brion bianco, punteggio più alto per i bianchi di Pessac, e solo 96 per I migliori Sauternes (l’Extravagant di Doisy-Daëne e Yquem).

L’ultimo articolo prima della Buying Guide é  quello di Julie Harans dedicato  ai ristoranti fronte lago. Ce ne sono praticamente in tutta l’America, e l’articolo tocca un po’ tutti gli stati, dal Winsconsin alla California, e da New York all ‘Ohio , tutti awarded, ossia già premiati da WS.

Eccoci quindi alla Buying Guide. Nelle vetrine dei vini di maggior prestigio sono questa volta assenti I vini italiani, rappresentati solo in quelle degli acquisti intelligenti e con soltanto un Chianti classico. Di seguito, come in tutti I numeri, sono riportati i migliori assaggi per ciascuna nazione del mondo, in ordine alfabetico.

Prima di chiudere, come sempre, con il Perfect Match  (salmone e chenin blanc),  restano da ricordare le rubriche di GrapeVine : le news (la difficile convivenza tra vigne e piantagioni di cannabis in California), le escursioni  (Londra e Portland), I formaggi , gli spirits  e le pagine dei columnists: Marcus, sull’evoluzione dei Malbec argentini, Worobiec  sulla rinascita di Newton (fondatore di Sterling Vineyards e primo a piantare merlot nella Napa Valley). Il Wine focus del mese (un succinto report su un’area vinicola ) riguarda i vini dell’High Rocky Mountain (Colorado, Arizona, Idaho, New Mexico).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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