Stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, vol. 43, giugno 20183 min read

Sonoma con le sue wineries storiche, gli hotel, i ristoranti è il tema principale di questo primo (ne escono due ogni anno) numero di giugno di  Wine Spectator . Altri argomenti: la California dopo gli incendi, global sparklers, Sud Africa da comprare, annata 2008 in Oregon.

Si comincia con Sonoma: andare aventi dopo gli incendi dell’ottobre 2017. Kim Marcus e Anna Worobiec  tracciano un quadro  della situazione a quasi un anno dal great fire che ha devastato le vigne californiane, raccogliendo le testimonianze dei produttori.

Poi Tim Fish  descrive l’anima di Sonoma: Healdsburg, con le vicine vigne dell’Alexander Valley. Nell’articolo sono riportati gli indirizzi più interessanti per il cibo e il vino e le wineries da visitare. Un articolo di Aaron Romano e Augustus Weed parla subito dopo più ampiamente della Sonoma Valley, il paese “del cuore”. Anche qui sono elencati e descritti  gli  alberghi,  le cantine , i caffè da non mancare.

Dopo un breve articolo dedicato alle bollicine “globali” con un buon rapporto qualità/prezzo, nel quale  , per quanto riguarda gli spumanti italiani, il Prosecco la fa da padrone, con ben 5 segnalazioni su 10, si torna in California per un denso report sui Sauvignon blanc di quel territorio: stile e sostanza, intitola Anna Worobiec, che incorona, con 93/100 un Sauvignon blanc della Russian River Valley, di Merry Edwards del 2016, e il Fumé Blanc della Kalon Vineyard Reserve 2015 di Mondavi come top wines.

James Molesworth ci porta invece in Sud Africa, dove, nonostante l’ottima qualità, si stenta a raggiungere un’audience più ampia. Dopo un eccellente millesimo 2015, maggiori sono state le difficoltà della vendemmia del 2016, troppo calda e secca , che ha provocato un certo squilibrio tra maturità zuccherina e fenolica. Tra i suoi assaggi  spiccano un Sémillon  della Famiglia Sadie, il Kokerboom Olifants River 2016, con 96/100, e (con lo stesso punteggio) un blend a base di chenin blanc  dello stesso produttore , il ‘T Voetpad Swartland 2016.

Per inciso la famiglia Sadie conquista anche il terzo posto e altri quattro tra i primi dieci. Siamo intanto arrivati  alla Buying Guide, nella quale i nostri Brunelli 2013 occupano quasi per metà i posti nelle vetrine dei vini più prestigiosi: Canalicchio di Sopra , Lisini e Ciacci Piccolomini  tra gli Highly Recommended e Altesino e Tenuta Nuova di Casanova di Neri tra i Collectibles.

Nella Retrospettiva , incorporata  tra le rubriche di GrapeVine, si parla della vendemmia 2008 in Oregon. A dieci anni da essa, i Pinot Noir si mostrano ancora perfettamente vitali e in sé: sette di essi raggiungono o superano i 95 punti. Al vertice la Cuvée 2008 di Maysara (Mc Minnville) e  quella di Soter (Yamhill-Carlton Discrict). Si chiude con il Perfect Match: black bass (persico trota) e Pinot bianco dell’Oregon, secondo Andrea Reusing.

Che cosa resta? L’editoriale di Shanken e Matthews (Sonoma guarda avanti), le lettere dei lettori,  le rubriche di GrapeVine : le notizie (frodi del vino in Francia), la scienza (lo spettro della contaminazione da fumo, dopo gli incendi),gli olii,i viaggi, i formaggi, il cioccolato, lo shopper. Naturalmente i columnists: Laube , sul lato oscuro della Napa (il conflitto tra preservazionisti e la spinta all’espansione), e Kramer (che cosa fa di un vino un grande vino? Quanto conta la capacità di evolvere cambiando?).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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