Stampa estera a portata di clic. Terre de Vins: numero speciale, hors-série5 min read

“Tutto Champagne” è il tema di questo numero speciale a carattere monografico: le migliori cuvées scelte da TdV. SPazio anche per gli ereditieri della Champagne, Vitalie Taittinger “sur le divin”, la saga dei Goutorbe, intervista a François Van Aal (Lanson),  escapade a  Reims e a Pierry e naturalmente molto altro.

Prima dell’articolo di Joëlle Boisson (nomen omen) dedicato agli  héritiers delle grandi Maison de Champagne, una breve introduzione ricorda al lettore come nascono le bolle dello Champagne. Ma veniamo al primo articolo: da Drappier, dove Charline, Hugo e Antoine sono ormai a capo della nota marca con lo stesso nome, ad Alice Paillard, figlia di Bruno, Stanislas Thiénot, sono molti i giovani che si accingono a prendere  la guida di alcune importanti maison de champagne (stesso avvicendamento anche da Boizel, De Sousa e  Joseph Perrier). Ciascuno presenta brevemente la propria storia e i programmi per il futuro. Sul divano, per un incontro-intervista più approfondito Vitalie Taittinger,  ufficialmente  a capo del gruppo dal 1° gennaio di quest’anno, succedendo al padre Pierre-Emmanuel. Una cifra d’affari di 150 milioni di euro, 250 dipendenti e una produzione annua di 6 milioni di bottiglie, Taittinger fa parte del gruppo delle maison maggiori della Champagne, ma produce sparklings anche nel Kent , in Inghilterra, dove gestisce 30 ettari di vigna, e possiede inoltre anche il Domaine Carneros, nella Napa Valley, con altri 80 ettari. Vitalie sarà affiancata da due direttori generali: il fratello Clovis  e Damien Lesueur. Il nome, dovuto alla madre grande ammiratrice di Rimbaud, le ha consentito di sottrarsi ai nomi delle sorelle di Clovis. Sapete quali? Alboflède, Lantide e Audoflède, mica male. Bella, ambiziosa e intelligente, la sua nomina rinverdirà la tradizione delle grandes femmes dello Champagne.

Il servizio seguente è dedicato al magnifico terroir di Vertus, premier cru di 550 ettari della Côte des Blancs,  e agli champagnes che vi producono Paul Goërg e Veuve Fourny. La saga di questo numero- s’è detto- è quella della famiglia Goutorbe, un nome ad Aÿ, grand cru della Valle della Marna, dove il pinot noir raggiunge i vertici dell’eleganza. La storia  comincia agli inizi del ‘900, quando Émile Goutorbe acquista  vigna ad Aÿ. Il cru ha già una grande reputazione internazionale , ma i tempi sono duri: prima la fillossera, poi la guerra mondiale. René Goutorbe racconta come il nonno avviasse un’attività di vivaista di viti e vendesse le sue piante portandole in bicicletta. Allora c’erano solo 2-3 ettari tra Aÿ e Mareuil, ma il decollo sarebbe cominciato con la nascita (nel 1922) del primo figlio maschio dopo due femmine, Henri, che si appassionò al vivaio quanto alla vigna. Dopo la brusca interruzione della seconda guerra mondiale, liberato dai russi in un campo di concentramento austriaco, Henri comincia produrre i suoi primi champagnes con l’etichetta Henri Goutorbe. Era il 1953. Il seguito della storia il lettore di Winesurf potrà scoprirlo leggendo l’intervista a più voci dei componenti di questa famiglia: la Maison Goutorbe possiede oggi 22 ettari, dai quali ricava ogni anno 180.000 bottiglie. L’attività di vivaio prosegue ancora oggi e si è aggiunto anche un piccolo albergo (17 camere) Le Castel Jeanson.

François Van Aal è dal gennaio dello scorso anno il nuovo Presidente di Lanson, Lo ha intervistato ancora Joëlle Boisson, per chiedergli come intende risvegliare la bella addormentata. Eccoci intanto alla grande degustazione sistematica degli champagnes di tutti i terroirs. Tra molti nomi noti ce ne sono anche alcuni poco conosciuti, ma che hanno particolarmente colpito  gli assaggiatori della redazione. E di fatti il coup de coeur per eccellenza  è il Grand Cru (cuvée sans année) di Alexandre Penet, che spunta un mostruoso 19.7/20 , in vendita al  modico prezzo di 38 euro. Per meno  di 20 euro segnaliamo la Sélection Gremillet (16/20, 19.50 euro) e il Carte d’Or di Moutardier (16.50/20 per 16.50 euro), di recente diventato anche produttore  di Crémants de Bourgogne. Segue una selezione degli Champagnes non dosé  scelti dalla Boisson: interessanti il Brut Nature di Delavenne (19.40 euro) e quello di Beerens (26.50 euro). Ai Brut Nature fanno seguito i millesimati, della grande annata 2008: per le ostriche il Comtes de Champagne 2008 di Taittinger, ma il millésimé di Charles Hedsieck può essere tentato su una tacchinella laccata.

Dalla selezione mancava La Grande Année di Bollinger, la cui versione del 2008 , che si annuncia eccezionale, è stata messa a confronto con una serie di altri millesimi , che arrivano a ritroso al 1983. Solo la 2007 appare in grado di competere con essa, mentre tra le annate più vecchie spicca la 1992. L’altra grande cuvée  assente nella selezione della Boisson era il Brut Vintage di Pol Roger. Alla lacuna rimedia Geoffrey Orban, con una verticale di sei annate (dal 2002 al 2012). Anche in questo caso è  la 2008 ad eccellere, ma 2009 e soprattutto la  2012 si esprimono su alti livelli. Questo numero contiene due escapades: la prima ci conduce nella capitale, Reims, in visita alle grandi cantine storiche. Le soste consigliate sono  da Charles Hedsieck, Ruinart, Palmer,Lanson, Mumm e Veuve Clicquot (di ciascuna Maison viene data una breve scheda informativa con foto).La pagina degli indirizzi da conservare indica dove assaggiare, mangiare e dormire.

Il secondo itinerario  propone al lettore di andare alla scoperta di Pierry, piccolo gioiello dei coteaux a sud di Épernay. Oltre agli Champagnes (gli indirizzi: Bruno Michel,lo Château de la Marquetterie, di proprietà Taittinger, Vollereaux, Pinot-Chevauchet, Mandois e Vincent D’Astrée)  si raccomanda la visita al borgo, ricco di un bel patrimonio storico-architettonico. Come sempre, segue L’”Escapade pratique” , con i consigli di ristoranti, alberghi  e cose da scoprire. Nello spazio riservato alla gastronomia , Jean Michel Brouard e le foto di Jean-Charles Gutner presentano la cucina  dell’Hotel Restaurant La Montagne di Colombey, va da sé consacrata allo Champagne. Non resta che, per l’angolo degli spiritueux, una selezione di  grandi cognac per concludere un pasto a base di Champagne.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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