Tra le varie occasioni di incontro enologico ce n’è una che si distingue per suggestione e originalità di proposta. La possibilità di poter degustare vini a quasi 3000 metri sembra essere attuabile solo in un’unica occasione al mondo e guarda caso proprio in Italia.

La cornice è il Rifugio Maria al Sass Pordoi: cosa abbia spinto a promuovere questo appuntamento enogastronomico è facilmente intuibile: unire la bellezza naturale delle Dolomiti (dal 2009 proclamate patrimonio dell’umanità dall’Unesco) con la tipicità dei prodotti gastronomici locali e con il frutto del lavoro dei vignaioli.
L’affluenza a tale iniziativa è a numero chiuso, creando velocemente il sold out in poco tempo. L’interesse è cresciuto molto negli anni fino a giungere alla sua 22° edizione, che ha visto la partecipazione di un pubblico molto preparato, attento e motivato
Questo appuntamento enogastronomico ha la sua unicità: cantine di qualità, che hanno particolare attenzione alla filosofia biologica, affrontano la sfida dell’alta quota, dove la pressione sembra che faccia mutare le caratteristiche organolettiche del prodotto.

Secondo alcuni esperti il vino esalta tutte le sue caratteristiche ad elevate altitudini, quindi a 2950 metri il prodotto dovrebbe esprimersi in modo notevolmente differente rispetto a come lo farebbe in bassa quota. Per questo motivo i vini fermi vengono portati in quota qualche giorno prima in modo che abbiano il tempo di stabilizzarsi, mentre i vini mossi vengono portati al rifugio solo il giorno stesso, per evitare che la pressione dell’aria vada ad intaccare eccessivamente la presenza di anidride carbonica nel vino, procurando una parziale disgregazione delle bollicine.
I pareri raccolti in loco lasciano aperte interessanti discussioni e personali valutazioni, che solo una degustazione in questo contesto può dare la possibilità di verificare.