Sassicaia: 21 annate a confronto6 min read

Per un giorno abbandonare il Friuli Venezia Giulia e precipitarsi nei colori e rumori di Roma Caput Mundi…vista e intravista solo di sfuggita. E’ valsa la pena affrontare oltre 11 ore in treno  per quella che resterà sempre una degustazione indimenticabile. Il Trimani Wine bar ha fatto da cornice a una verticale irripetibile di 21 annate di Sassicaia, dal 1989 al 2009.

Espressioni diverse dettate dalle vendemmie, dalle condizioni climatiche, dagli anni che passano. Espressioni capaci di entusiasmare e raccontare. Espressioni e sfumature che resteranno indelebili nei palati e nella memoria degustativa di chi c’era.

Vista l’eccezionalità dell’evento andrò a descrivere per annate quello che mi/ci è “toccato” subire con qualche accenno alla vendemmia.

 


1989

Estate umida e piovigginosa che ha influenzato l’andamento vegetativo della pianta pur non influenzando lo stato sanitario delle uve. Il primo sorso è stato reverenziale, ma la sorpresa enorme: profumi evoluti, in bocca buona lunghezza, austero, tannini setosi e rotondi. Una buona freschezza, bocca asciutta. Un vino che quasi sfida il palato.

 

1990

Inverno mite che ha segnato una fioritura precoce. Estate calda, secca che ha contribuito a creare un ampio corredo organolettico e aromatico. Purtroppo la bottiglia assaggiata presenta sentori marcati di ossidazione. L’annata spesso viene ricordata come grande, ma nel nostro caso siamo stati penalizzati dal caso, o forse dal fatto che magari un’annata smette di essere grande quando non sostiene più il peso degli anni. Forse assaggiata un anno prima avrebbe dato emozioni e sensazioni diverse.

 

1991

L’altalenante gioco delle temperature primaverili ha denotato una fioritura buona ma non abbondante, tuttavia non ha inficiato sulla qualità delle uve. Anche in questo caso la nostra bottiglia non è stata fortunata, ma in questo caso molto probabilmente non dipende dall’annata: sentori di stalla, animale al naso riconducibili a contaminazioni da brettanomyces che privano di pulizia ed eleganza il vino. Risulta comunque sgraziato e corto in bocca.

 

1992

Annata sfavorevole, piuttosto piovosa che ha compromesso anche lo stato sanitario delle uve. In alcune zone della Toscana si è addirittura scelto di non vendemmiare, ma la buona conduzione del vigneto che da i natali al Sassicaia ha permesso anche a questa vendemmia di potersi raccontare seppur con qualche limitazione. Al naso si presenta inizialmente chiuso, poco esplosivo. La bocca piuttosto corta stenta a esprimersi. Dopo averlo fatto respirare, note di terziarizzazione comunque poco avvolgenti. Una curiosità: quella da noi assaggiata era difatti la penultima bottiglia.

 

1993

Anche questa un’annata non esattamente perfetta, tuttavia ha comunque concesso al vino di raccontarsi sotto un aspetto un po’ più discreto, mai dirompente. Il naso non è perfettamente pulito, neanche dopo aver aspettato qualche minuto. La bocca invece si esprime in maniera più netta, freschezza e lunghezza eccezionali, note quasi di torbato.

 

1994

Primavera piovosa e fredda sino a Maggio inoltrato. Neanche il preludio di un’estate rivelatasi quasi siccitosa, torrida e asciutta che ha comunque compensato l’umidità dei mesi precedenti. Al naso il nostro Sassicaia ricorda note di spezie dolci, cacao, nocciole. Elegante, con una larghezza e lunghezza in bocca che lo completa e lo armonizza in ogni suo aspetto. I tannini sono puliti, avvolgenti e mai distorcono la freschezza naturale. Questa è la prima vendemmia che vede il Sassicaia investito della denominazione D.O.C. Bolgheri. Prima era soltanto e semplicemente un grande vino da tavola. Con quest’annata cambiano anche le proporzioni dei vitigni presenti. Sino al 1993 il taglio era costituito dal 70% di cabernet sauvignon e dal 30% di cabernet franc. Dal 1994 le proporzioni variano a scapito del cabernet franc presente solo per il 15%.

 

 

1995

Buona maturazione delle uve con un inizio posticipato dell’epoca vendemmiale. Poca pioggia, stagioni piuttosto asciutte. All’assaggio si avverte quasi come un cambio di tendenza da un punto di vista enologica rispetto le annate precedenti, quasi come se l’azienda fosse alla ricerca dell’optimum. Evoluzioni al naso e nel retrogusto di spezie dolci, more sotto spirito, mirtilli. In bocca esplode con una carica mai avvertita nelle annate precedenti. Lungo, equilibrato, dinamico, riesce a completare e arricchire le note olfattive. Tannini setosi, avvolgenti. James Suckling, noto critico enologico, nel 2008 dichiarò che era proprio quello il momento per poterne apprezzare la grandezza. A distanza di 4 anni si presenta senza alcun tentennamento.

 

1996

Annata capricciosa in tutta Italia. A un inverno mite con precipitazioni nella norma è seguita una primavera precoce che ha avuto come conseguenza il germoglia mento anticipato delle viti. Il brusco calo della temperatura a fine aprile ha poi causato un naturale diradamento della produzione. Estate poi divisa tra caldo nella prima parte e freddo e piovoso nella seconda che ha avuto come conseguenza il posticipo dell’epoca di vendemmia. Una buona escursione termica ha però garantito discreti risultati. All’assaggio si presenta “giovane, quasi sferzante. Buonissima freschezza e pulizia sia olfattiva che degustativa. In fase olfattiva e retrolfattiva si percepiscono quasi note chinate o di tabacco. Annata interessante.

 

1997

Una grande annata sotto ogni punto di vista sia climatico che sanitario. Una maturazione quasi da manuale ha garantito ottimi successi in fase di vinificazione. Potrei in questo caso raccontare quanti hanno avuto la fortuna di assaggiare quest’annata descritta come “da ricordare” e “grande”. Io sono stata un po’ meno fortunata per un problema al vino causato, ahimè, dal tappo.

 

1998

Un’annata da ricordare in tutte le sue fasi. La piovosità ridotta da metà maggio sino a Settembre inoltrato ha avuto come conseguenze una vendemmia anticipata rispetto gli altri anni. I primi giorni di settembre l’uva appariva già matura con un ottimo stato sanitario. Quasi superfluo dire che questo si è palesato durante l’assaggio: molti lo definirebbero “muscoloso” proprio per definirne la grandezza, il termine tuttavia lo priverebbe di eleganza. Sarebbe meglio descriverlo come dirompente, con un finale lungo e persistente e una larghezza e pulizia straordinarie. Corpo equilibrato, aristocratico ma mai distante. I tannini carezzevoli e avvolgenti. Grandissima annata, grandissimo vino.

 

1999

Clima favorevole sotto ogni aspetto della maturazione fenolica. Annata poco piovosa che ha anticipato di una settimana la raccolta delle uve. Perfetto stato sanitario delle uve con un leggero aumento della produzione. Sassicaia ancora “giovane”, i tannini appaiono scomposti, quasi se non fossero ancora riusciti a fondersi completamente e amalgamarsi. Il naso è pulito: note terrose, sentori che ricordano la grafite. Vivacità e mordenza sono le caratteristiche predominanti.

il seguito lunedì 17 dicembre

Simona Migliore

Siciliana DOC, nasce a Vittoria, patria del famoso Cerasuolo. La formazione umanistica viene arricchita dei profumi delle vendemmie siciliane grazie alla collaborazione con un’azienda vitivinicola siciliana. Non beveva ancora e non aveva assolutamente idea di cosa il meraviglioso mondo del vino e della gastronomia celassero!!!

La curiosità per il mondo del vino cresce al punto da spingerla a lasciare la Sicilia. Frequenta il mondo AIS, ma decide di sposare i principi e i metodi dell’Onav. Si diletta a “parlar scrivendo” bene o male dei posti in cui si ferma a mangiare e degustare. Esperta degustatrice, Donna del Vino, esperta di analisi sensoriale, collabora con enti, consorzi e aziende vitivinicole…da qualche anno è entrata nel mondo degli Artigiani Birrai del FVG.

Nel 2009 viene adottata da Winesurf, giornale per il quale, ispirazione permettendo, scrive e degusta senza smettere mai di imparare.


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