Santagostino, “un esperimento” riuscito in pieno1 min read

Le pratiche agronomiche e quelle legate all’estrazione dell’olio per ottenere extravergine di qualità sono ormai acclarate e codificate. Concetti semplici e basilari per evitare errori che si tramandano a volte da generazioni, frutto di superstizione e di approssimazioni. Il mondo agricolo non accetta facilmente i cambiamenti specie quando questo vuol dire rimettere e rimettersi in discussione, allontanandosi da pratiche ormai sedimentate da anni. Come spiegarsi altrimenti la resistenza ad una molitura delle olive in tempi brevissimi senza lasciarle inopportunamente ammucchiate oppure non prestare la dovuta attenzione ai tempi ed alla temperatura della gramolazione , senza parlare degli ormai certi ed innegabili benefici delle operazioni di estrazione in assenza di ossigeno. Sono invece idee chiare ed all’avanguardia quelle applicate dalla nuovissima azienda Torre Rivera che possiede i suoi uliveti nell’agro di Andria in una delle zone storiche della produzione regionale dell’extravergine. Tecniche moderne e rivalutazione anche di cultivar che tradizionalmente sono state sempre impiegate per la mensa come la Santagostino, anziché per ottenerne olio. “Esperimento” soddisfacente a giudicare dai risultati. Si presenta con colore giallo con tenui riflessi verdi, mentre olfattivamente si esprime con frutto fresco e verde di buona complessità ricordando erbe di campo (timo ed origano). Invade il palato inizialmente con una sensazione dolce per poi cedere alle sensazioni di amaro e di contenuto piccante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Olio Extravergine d’oliva Santagostino

Torre Rivera

Varieta: Santagostino

 Prezzo: 12 € btg. 0,500

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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