Sangiovese Aglianico 4-42 min read

Abbiamo assistito a un bel pareggio sabato 4 giugno a Radda in Chianti. Il campo da gioco era lo storico convento di Santa Maria al Prato, all’interno della manifestazione "Classico è".

Giocavano in casa quattro sangiovese con le maglie del Chianti Classico, prodotti tutti nel territorio comunale. Dall’altra parte gli ospiti, tre Taurasi e un celebre IGT cilentano. La degustazione alla cieca ha coinvolto una quarantina di assaggiatori compresi gli stessi produttori, con lo scorrevole arbitraggio del nostro Carlo Macchi.

Naturalmente il gioco stava anche nell’indovinare il vitigno in ogni bicchiere, cosa non tanto facile come l’analoga partita sangiovese-nebbiolo aveva dimostrato l’anno scorso. Questa volta il colore non ci ha aiutato più di tanto; certo i sangiovese di Radda si sono rivelati in qualche modo più snelli, gli aglianici più densi di materia. Bella freschezza acida comunque, dovuta a vitigni e territori: come i produttori hanno sottolineato, i vigneti in questione giacciono ad altezze ragguardevoli e le maturazioni sono lente, con vendemmie protratte nella stagione. Persino il "marino" Naima 2006 di De Concilis mantiene questo tratto.

Il naso nel bicchiere tendeva a suggerire più fiori nei toscani, più frutta nei campani. Un sottile speziato qua e là poteva confondere piacevolmente le cose; in ogni caso non sono emerse tracce evidenti di legno, a parte nella selezione "Odoardo Beccari" di Vignavecchia, un bel vino per cui si può anche aspettare.

I tannini sono risultati più decisi negli aglianico, dove – forse proprio per un ottimale equilibrio dell’insieme – si avvertiva poco la pur elevata alcolicità. E dire che i campioni dei Taurasi erano un po’ più vecchi (2006 per l’ Alta valle di Colli di Castelfranci, 2005 per il Nero Nè de Il Cancelliere e Contrade di Taurasi). Di un paio di anni più giovani, e con più breve permanenza in cantina, i Chianti Classico che giocavano in casa: Pruneto,Volpaia e Poggerino.

Ma i campioni si sono dimostrati all’altezza della loro gloria? Senza dubbio, è stato il responso dei partecipanti. Che a un’indagine approssimativa hanno indicato tra i preferiti un paio di campani. E del resto non si trattava di una una tifoseria locale: "Classico è" ha attirato i più vari appassionati del Chiantishire.

Non rimane che aspettare una rivincita altrettanto stimolante; ma se si organizzasse un intero torneo gli abbonati non mancherebbero…

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


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