San Domenico e il “miracolo” del lambrusco3 min read

Lo so ! Qualcuno dirà che mi piace vincere facile, ma ritrovarsi in uno dei luoghi che hanno fatto la storia della ristorazione italiana come il San Domenico è una delle esperienze che tutti dovrebbero provare. Ne non siete mai  stati al San Domenico di Imola  e come parlare di calcio e non essere mai stati in un grande stadio.

Nulla qui è lasciato al caso, sarà che gli anni passano, ma non riesco ad emozionarmi dinnanzi ad un design moderno, razionale e minimalista, quanto invece innanzi ad un classicismo vero, non ostentato,  puramente  elegante come solo gli originali possono esserlo,  caldo ed accogliente come pochi nel manifestare la propria ospitalità. Aggiungi anche l’occasione  che l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna ha voluto fornire ai propri ospiti attraverso una bellissima degustazione del mondo  Lambrusco così ben descritto da Pierluigi Gorgoni ed avrete il quadro di una giornata tra le più originali e belle di questi ultimi tempi.

Un intenso momento organizzato  dall’Enoteca Regionale Emilia Romagna di Dozza  con la collaborazione del Gruppo Virtuale Cuochi Italiani e promossa con una intelligente campagna che ha coinvolto per una intera settimana nei 30 ristoranti di 15 nazioni in cinque continenti diversi, ha visto il suo momento conclusivo nello Special lambrusco Day.

Celebrato con collegamenti in diretta dai cinque continenti, coordinati da Rosario Scarpato, giornalista e presidente onorario del gruppo, è stato il momento clou dove la grande professionalità dello chef  Valentino Mercattili e del suo staff ha riconfermato la centralità di una cucina fatta di sostanza, concreta,  con accostamenti perfetti , magistralmente reinterpretati sulla base delle ricette fornite dai colleghi d’oltre oceano, in cui gli ingredienti  suonavano come solisti in una orchestra.

Dato  a Cesare quel che è di Cesare, torniamo alla straordinaria  sfilata di Lambrusco, che si sono succeduti con un continuo crescendo a dimostrazione di un vino dalle mille sfumature, ancora tutte da scoprire, nonostante i grandi numeri di una produzione che si colloca al primo posto nelle esportazioni italiane. E’ ormai da qualche anno che questi vini stanno assurgendo alla ribalta nazionale mostrando carattere e sfaccettature territoriali assolutamente impensabili sino a qualche anno fa.

Una vera e propria rinascita come è stata definita quella del Lambrusco e che ha visto nella giornata al San Domenico uno dei momenti più alti di questi anni. Un mondo complesso capace di coniugare  Lambrusco di qualità con prezzi più che ragionevoli.

 Qualcuno ha definito il Lambrusco un vino democratico, per la sua capacità di essere disponibile ad accontentare sia palati “facili” che quelli più esigenti. Ancora tuttavia questo vino porta con se gli strascichi di un passato ingombrante, fatto di scelte produttive discutibili che lo ha reso “impopolare” presso le cantine dei grandi ristoranti, trovarne qualcuno in carta è ancora oggi un’eccezione. Ma questo è il passato con cui  il Lambrusco dovrà convivere sino a liberarsene completamente attraverso momenti come questo celebrato in tutto il mondo. La strada è aperta.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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