Quote rosé: mi sembra quantomeno superato!1 min read

Mi mancano le certezze, oramai da sempre e in quantitativi industriali! Per questo quando ne trovo o penso di trovarne una sono felice, almeno in un primo momento.

La certezza in cui mi sono casualmente imbattuto è che se metti in fila tre vini rosati, soprattutto tra le bollicine, almeno uno ha un nome di donna.

Che bello! Un dono al gentil sesso, una prova dell’affetto che tanti maschietti produttori provano per mamme, mogli, figlie, sorelle, amanti, cugine, nipoti e chi più ne ha più ne tinga di rosa.

Sarà perché ho una moglie che odia le mimose e se le propongo di uscire a cena l’8 marzo con le sue amiche mi spacca una bottiglia di rosé (con nome femminile naturalmente) in testa, ma questa cosa non mi quadra tanto.

Allo stesso modo uno su tre vini di grande corpo (Barolo, Brunello, Amarone etc) dovrebbero avere nomi di baldi maschietti, distintisi in singolar/plural  tenzoni o vincitori di agoni ginnici, ma così non è.

Allora mi sono domandato: non è che l’utilizzo di nomi del gentil sesso sia un modo per accattivarsi da una parte il gentil sesso (che penso oramai non ci caschi più)  e dall’altra gli uomini che si credono nel giusto e si crogiolano nel parallelo “rosa=donna”?

Insomma, non vedete anche voi una stonatura nel puntare su questa melensa e superata pseudoequazione?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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