Sono stato indeciso se scrivere qualcosa su questo incontro o lasciar perdere. Fare da megafono alle iniziative della cantina, magari parlando dei loro vini, non rientra nei miei, nei nostri, orizzonti. Per carità non c’è nulla di male a farlo è solo che già lo fanno altri ed anche bene, perchè fare delle copie? Poi bisogna essere veramente bravi a fare le degustazioni a “volo”, quelle in piedi : bicchiere in una mano, taccuino nell’altra e con il produttore che ti parla in un orecchio, e sì, bisogna essere veramente bravi! non sono così bravo e poi sono un po’ vecchio per questi equilibrismi. Però qualcosa sull’ incontro con Bruno De Conciliis la voglio dire ed una volta tanto: chi se ne frega del vino. Tre giorni con Bruno ti fanno pensare. Lui, dietro l’apparente tranquillità sottolineata dal suo pacato modo di parlare, è un irrequieto. Te ne accorgi mentre ti parla dei suoi progetti, quelli realizzati, quelli presenti e quelli futuri. Un continuo rimettersi in discussione, una continua sfida che forse non troverà mai una soluzione. Uno spirito sognatore certamente, ma anche tanta concretezza che si vede nel lavoro fatto in questi dieci anni di attività che Bruno ha voluto festeggiare. Un amore per la sua terra: il Cilento, colpito a fondo e le cui ferite sono ben visibili e lo saranno per lungo tempo, sino a quando non cambieranno gli uomini. E’ lo spirito di una volta , quello che ha attraversato gli anni del sessantotto sino agli anni di piombo: il lato buono della medaglia, così frettolosamente dimenticato, ma che vive nei discorsi di Bruno.
La forza gli viene dalla sua famiglia, da sua sorella Paola, da suo fratello Luigi che con Giovanni formano l’insieme. Alla base la capacità di fare gruppo e la profonda convinzione che si stanno facendo le “cose giuste” è non solo per l’azienda ma per la comunità e quindi per il territorio. Ogni territorio per emergere ha bisogno di una forte personalità che “tiri”, un leader che goda di considerazione ed autorevolezza ma che soprattutto faccia scuola. I De Conciliis sono così, semplici e complicati, con la loro voglia di socializzare le esperienze vissute. Prendono ( dalla collaborazione con Saverio Petrilli nasce la linea Donnaluna) e danno come quando Bruno fa consulenze (gratis) a quei giovani viticultori che vogliano fare bottiglia. Non sono pochi quelli che possono contare sull’esperienza dei De Concillis e di Bruno in particolare. L’ultimo dei mohicani? Non credo proprio. L’esperienza è contagiosa. Chiunque entra in contatto con questa realtà del Cilento c’è da giurare prima o poi sarà tentato di seguirla E’stato così per Verrone, la nuova azienda alla sua prima uscita con un aglianico del 2003 vendemmiato e vinificato da Bruno& Co. Sarà così tra qualche anno quando le nuove vigne impiantate a Pollica a 700 metri sul mare su terreni ripidi e terrazzati, daranno i loro frutti.