Quando il Riesling è Hèrzu , ovvero “Lassù in cima”. La verticale7 min read

Al Centro Congressi dell’Abbazia di Praglia a Teolo (PD) si è svolta la 5° edizione della manifestazione “I Giganti di Langa”, presenziata sia da grandi firme di riferimento che da produttori emergenti.

Molto interessante  la Masterclass dedicata al Riesling dell’Azienda Ettore Germano, non solo per il fatto che viene coltivato in un territorio di elevata connotazione rossista.

Sergio Germano, che ha guidato la degustazione, è il terzo di una famiglia di vignaioli dopo il nonno Ettore e il padre Alberto. La famiglia è proprietaria dal 1856 di sei ettari di terreno sulla collina Cerretta di Serralunga d’Alba e storicamente impegnata nella produzione di Barolo.

Sergio è uno di quei produttori che fanno subito intendere che l’accomodante continuità lineare dell’azienda gli sta piuttosto stretta. Ecco quindi che dal 1990, momento del suo ingresso in azienda, ha apportato molti significativi cambiamenti. Innamoratosi delle caratteristiche del Riesling della Mosella, riesce ad individuare un’area dei suoi terreni in Alta Langa, dalle comparabili specificità di microclima e caratteristiche ampelografiche, che si rispecchiano nei migliori “terroir esteri” del riesling,  e per questo decide di azzardare con questo vitigno a bacca bianca. 

Sergio Germano e la sua famiglia

I primi vigneti di riesling deputati a realizzare l’Hèrzu sono stati impiantati nel 1995 (ad oggi sono 12 ha impiegati nella coltivazione di riesling e chardonnay), con una densità di 5.500 ceppi per ettaro. Rispetto ai terreni di Serravalle designati al Barolo, si trovano 50 km più a Sud nel comune di Cigliè,  proprio a confine dell’area di produzione del dolcetto di Dogliani. Sono ubicati su una collina a 550 metri dalle pendenze estreme, con esposizione Sud/Est.

 I terreni sono di natura limoso-calcareo, con presenza di uno substrato di materiale pietroso, grazie al quale è permesso un drenaggio ottimale. Le rese per ettaro sono di 58 hl, per una produzione media annua tra le 20 e le 30.000 bottiglie. Tali caratteristiche del suolo, unitamente al clima più fresco (dato soprattutto dalla forti escursioni termiche tra la notte ed il giorno) e alla vicinanza delle montagne e della valle del fiume Tanaro, contribuiscono a una maturazione “tardiva” del riesling (la raccolta è verso la metà di ottobre). Capita anche che le uve  vengano colpite dalla muffa nobile.

Ecco come nasce Hèrzu, che in piemontese significa “lassù in cima”:  è un Langhe DOC Riesling (100% riesling renano) le cui uve, in qualche caso parzialmente botrytizzate, vengono fatte fermentare in acciaio a temperature piuttosto basse.  100% acciaio, il residuo zuccherino è di circa 4-5 gr/l. La fermentazione avviene in acciaio a 16 gradi per 40 giorni ma senza fermentazione malolattica. Rimane poi sui lieviti per 6 mesi, senza bâtonnages e imbottigliato a maggio.

Un buon prodotto si ottiene prestando attenzione in tutte le fasi che concorrono alla sua realizzazione, per questo motivo già dal 2013 Sergio ha prestato grande curiosità alla chiusura delle bottiglie con i tappi a vite, e dal 2016 nella linea Hèrzu lo ha sostituito totalmente al tappo in sughero.

Il cambiamento climatico concorre alla volontà di ricercare prodotti che mantengano un certo slancio e freschezza, ma non è solo questo il motivo per il quale è stata fatta la scelta di passare a questo sistema di chiusura. Secondo una condivisibile riflessione di Sergio Germano, rispetto ai tappi in sughero presenti ora sul mercato, i tappi a vite sono più sicuri e costanti e “Quando su 9 bottiglie tappate in sughero 6 sono perfette, due così così e una la butti via, non va bene”.

Sergio Germano durante la degustazione

Anche nella verticale non si può  non notare un’evidente differenza tra le annate tappate a vite e le annate tappate in sughero. Seppure ci fossimo trovati di fronte a grandissima piacevolezza in entrambe i sistemi, nessuna delle annate tappate a vite presentava un’ intensità di evoluzione che regala il tappo in sughero, il quale fa esprimere il vino con le sue note calde, morbide e mature. Soprattutto nell’evoluzione del tempo, quando sono passati circa 4 anni si assiste ad una differenziazione del prodotto se tappato in un modo o nell’altro già a partire dall’esame visivo, tanto che nella sua evoluzione sembrano vini totalmente diversi.

Riesling

Le annate proposte nella verticale sono state le seguenti: 2021 – 2019 – 2016 – 2015 – 2014 – 2011

Hèrzu Riesling 2021 DOC Ettore Germano: tappo a vite

Anno in cui le uve non sono state attaccate dalla botryte, si presenta piuttosto chiuso, con successiva aperture su sentori fruttati e aromatici, grande verticalità al palato con note citrine e minerali iodate dalla lunga persistenza,

Hèrzu Riesling 2019 DOC Ettore Germano: tappo a vite

Presenza in vendemmia di buona quantità di botryte (residuo zuccherino 4 gr/l), al naso spicca la nota agrumata, frutta gialla, erbe aromatiche e pietra bagnata. Palato coerente con lieve nota affumicata, dal lungo potenziale di affinamento.

Hèrzu Riesling 2016 DOC Ettore Germano: tappo in sughero

Annata dalla maturazione tardiva (terminata il 4 di novembre) e uve che non hanno presentato l’attacco della botryte. Al naso si esprime in tutta la sua pienezza, frutta gialla e tropicale ben matura,  fiori gialli di campo e melissa, e spezie dolci con timide note di idrocarburi che al palato si traducono in coerenza, avvolgenza e rotondità. Equilibrato, di grande struttura e persistenza

Germano Ettore: la cantina.

Hèrzu Riesling 2015 DOC Ettore Germano: tappo a vite

Annata molto calda con concentrazione zuccherina elevata che ha portato ad una gradazione raramente raggiunta. Presenza  di botryte (5%). In un’annata con queste caratteristiche la scelta della chiusura a vite è stata provvidenziale, infatti il vino si presenta ricco, sia a livello visivo con toni dalle sfumature dorate, ed un naso dall’intensità travolgente. Il ventaglio olfattivo è tra i più complessi e precisi che mi siano capitati negli ultimi tempi, coerente al palato e ben sorretto da freschezza e sapidità, con elegante presenza delle caratteristiche note di idrocarburo. Infinito nella persistenza, di grande bevibilità ma con un potenziale in evoluzione.

Hèrzu Riesling 2014 DOC Ettore Germano: tappo in sughero

L’annata è stata fredda, maggiore concentrazione di botryte e minore di alcol. Il vino si presenta nella sua piena evoluzione, nei sentori della frutta, melissa e zafferano, con viraggio sulle note balsamiche. Al palato corrisponde, dove ricordi di rabarbaro ed erbe medicinali lo completano, un vino che stanca la bevuta, maturo.

 Hèrzu Riesling 2011 DOC Ettore Germano: tappo in sughero

Annata sovrapponibile alla 2015 e residuo zuccherino intorno agli 8 gr/l. Vino sontuoso, in questo caso mi chiedo cosa sarebbe successo con una chiusura a vite, ed è quello che si sta chiedendo pure il produttore.

La domanda che le recenti verticali di vini dalla grande qualità hanno fatto scaturire è legata proprio alla potenzialità dell’evoluzione del vino chiuso con questo sistema. Quanti anni occorreranno ad un vino per raggiungere caratteri di armonia, morbidezza, maturità? Ma soprattutto, si avvicineranno a quelli che vengono impressi grazie all’evoluzione data dal sughero? Il problema non è di poco conto, anche perché non si sta disquisendo sulla ben riuscita del vino, ma sulla possibilità di berlo una volta giunto alla sua giusta evoluzione. Calcolando anche la scarsa propensione di un privato, enoteca, ristoratore, di conservare per tanto tempo una bottiglia, si rischia di incappare in un prodotto che non è mai pronto al punto giusto.

Fatta questa considerazione non resta che prendere atto della lungimiranza di Sergio Germano per aver creato uno dei migliori Riesling italiani, in attesa di confrontarci sulle chiusure a vite del suo Barolo.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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