Quando il Luce ha visto la luce: Toscana IGT Luce 19954 min read

Luce, il vino simbolo di Tenuta Luce, quest’anno celebra una prestigiosa ricorrenza: i 30 anni dalla prima vendemmia datata 1993. Per festeggiare questo importante anniversario, Frescobaldi, proprietari della Tenuta, ha pianificato una serie di iniziative, come ad esempio coinvolgere la Casa d’Aste Christie’s per la creazione di lotti unici da mettere all’incanto oppure – e questo mi riguarda più da vicino – organizzare una serie di degustazioni in tutta Italia, durante le quali far assaggiare a stampa e professionisti del settore alcune delle vendemmie più iconiche di questo vino, concepito fin da subito come un blend di Sangiovese e Merlot, al fine di associare l’eleganza e la struttura del primo alla rotondità e all’avvolgenza del secondo.

“Luce rappresenta per me molto più di una semplice bottiglia di vino” racconta Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi, che continua “È un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione, che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico. Ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. Luce ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro: è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture.”

Prima di parlarvi di Luce 1995, degustato all’interno di una verticale che arrivava fino alla 2022, ultima annata prodotta, è bene ricordare ai nostri lettori che la storia di Tenuta Luce ha inizio nei primi anni Novanta ed è segnata dall’incontro di Vittorio Frescobaldi con un altro grande personaggio del vino, Robert Mondavi. Due uomini lungimiranti, che scelsero Montalcino, terra nota per la sua vocazione enologica, per avviare insieme un progetto visionario, mossi dal desiderio di fare un vino che andasse oltre i confini della tradizione, senza tuttavia rinnegarla. A fianco di Vittorio e Robert furono coinvolti sin dall’inizio anche i rispettivi figli, Lamberto e Tim, allora giovani enologi, entusiasti di fare parte del progetto.

Le prime due annate di Luce, 1993 e 1994, vennero presentate insieme nel 1997 stimolando da subito grande curiosità e interesse: Luce venne immediatamente percepito come un prodotto innovativo, dal respiro internazionale e, vendemmia dopo vendemmia, anche dopo la fine della partnership con i Mondavi (2004), il vino ha continuato ad affermarsi sulla scena enologica mondiale tanto da essere esportato oggi in 80 Paesi.

Tornando a Luce 1995, la prima cosa che mi ha impressionato di questo vino è stata la sua inaspettata freschezza figlia di una annata tutt’altro che calda a Montalcino che, in un certo senso, ha esaltato (vivaddio) le caratteristiche uniche del sangiovese tenendo in una sorta di cono d’ombra il merlot la cui morbidezza, stavolta, apportando sfumature preziose senza stravolgere l’identità territoriale del vino. Dal punto di vista sensoriale la 1995 mi ha incantato perché il suo naso è un viaggio olfattivo attraverso il tempo, con profumi terziari che si esprimono in tutta la loro complessità: dalla macchia mediterranea all’affumicatura sottile, fino alle note evocative di viola appassita e di frutta rossa matura ma non declinata alla confettura. In bocca, la sua vitalità sorprende, con una succosità che esalta il frutto e una dinamicità che lo rende agile e piacevole. La struttura è solida ma elegante e dotata di una bella tensione acida che ne ravviva il sorso. I tannini si sono ammorbiditi con il tempo, fondendosi armoniosamente con gli altri elementi del vino, per un finale lungo e persistente, dominato da una piacevole sensazione balsamica che ne sottolinea la classe. Il vino, per chi vuole informazioni più tecniche, affina per 12 mesi in barrique di rovere francese (66% nuove, 33% di primo passaggio) e per 6 mesi in botti di rovere di Slavonia. Viene imbottigliato dopo 18 mesi.

Andrea Petrini

Andrea Petrini, il “giovin fanciullo” del gruppo. Il suo giornale online è Percorsi di vino.


LEGGI ANCHE