Chi avrebbe mai pensato che in un evento in cui si propone il vino in miscelazione, questo ne uscisse valorizzato?
Stiamo parlando dell’evento dal titolo Può il vino essere messo nei cocktail? No! Sì! S’apre il dibattito, svoltosi all’interno della Florence Cocktail Week 2025. A dargli il via, l’idea frizzante di Paola Mencarelli, fondatrice e Creative Director dell’evento giunto alla sua settima edizione. Mencarelli, consapevole di sfiorare il profano, ha organizzato un dibattito in cui il barman sudafricano Julian Short, Bar Manager del Sin+Tax di Johannesburg, ha proposto ad appassionati sia di vino che di cocktail, prodotti miscelati con i vini di Chioccioli e la benedizione di Enrico Chioccioli Altadonna che ha ‘messo a disposizione’ i due vini affinati in anfora, Sanfora a base Sangiovese e Pirocanto, un blend di Trebbiano, Malvasia e Ansonica.

Il risultato ci ha sorpresi: i cocktail erano così equilibrati da permettere di percepire le sfumature del vino rosso, tannicità inclusa, esaltandone i profumi.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la scelta attenta del vino, orientata verso un prodotto di qualità le cui caratteristiche organolettiche potessero essere valorizzate, ha giocato un ruolo chiave nella miscelazione.
Cocktail a base NON di qualunque vino
Tutti concordano sul fatto che non si possa realizzare un cocktail a base vino con qualsiasi tipo di prodotto. I vini più pregiati, che richiedono lunghi affinamenti e pratiche impegnative, risultano troppo delicati: se tagliati con altri ingredienti, non potrebbero che risultare ‘mutilati’.
Ma per tutti quei vini freschi, beverini, profumati, la sapienza del barman può fare un lavoro interessante. Julian Short ha raccontato che in Sud Africa si usa molto miscelare con il vino, perché non c’è l’ombra di una tradizione millenaria come in altre zone del mondo.
Per animare il dibattito i colleghi Federico Silvio Bellanca e Francesca Noce hanno rappresentato le due voci, rispettivamente contro e pro, dell’incontro Può il vino essere messo nei cocktail? No! Sì! S’apre il dibattito.
Uno degli argomenti di Bellanca è stato che, in passato, prima della terribile fillossera, il vino in surplus era naturalmente destinato a cocktail a base vino. Cercando, cercando abbiamo trovato anche noi dei cocktail con vino fermo come la famosa “bicicletta”, a base di Bianco, famosa in epoca pre fascista in Nord Italia, forse battezzata così per fare da monito a chi guidava la bicicletta (il mezzo più diffuso all’epoca) post bevuta.
Da parte sua Noce ha invece parlato dell’opportunità di inserire il vino in un ecosistema dei consumi, aprendo le porte a cocktail a base alcolica più bassa ad esempio.

100 cocktail classici e stop
La lista mondiale dei cocktail classici si ferma a 100 che vengono declinati dall’estro dei bartender con prodotti però standardizzati e riproducibili. Nel vino 100 non è nemmeno una minima parte dei vitigni autoctoni in Italia figurarsi nel mondo, senza considerare le infinite ‘ricette’ tra blend e affinamenti.
Due mondi che partono da pilastri diversi: uno dalla certezza della riproducibilità anno dopo anno, l’altro dalla variabilità totale anno dopo anno. Possono incontrarsi questi due mondi? Forse, ma di certo il surplus di vino prodotto nel mondo, sta ponendo la ricerca di alternative. Non a caso anche il tema dealcolalizzati (o dealcolati) è sempre più stringente.
Ready to Drink a base vino toscano
Stefano Santoni CEO dell’omonima azienda ha intercettato da tempo il trend e a Vinitaly 2025 ha presentato una nuova linea di Ready to Drink a base di vino toscano che ci racconta essere di grande interesse per i mercati esteri. Una proposta che prevede 2 versioni: una alcolica e un’alternativa analcolica per abbracciare i trend No-Low Alcool.
Una via che la mixology abbraccia da sempre e che la Florence Cocktail Week ha proposto perfino in versione salutista con Legend of Kombucha, fermentato di tè, aromatizzato in modo sapiente dal marchio italiano, utilizzato per drink analcolici, freschi e piacevoli dal barman Nicola Spaggiari di Saporium Lounge a Firenze (in foto).
Curiosando a Vinitaly 2025 abbiamo intercettato anche il mondo della grappa che continua a battere sull’opportunità di miscelare il (quasi sempre) bianco distillato. La Regione Trentino in collaborazione con l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino ha presentato infatti drink ammiccanti, come il Mangopersogno a base di Lime, miele trentino, cordiale alla camomilla e mix di grappe morbide. Potente e profumato.
Allo stand della distilleria Poli ci siamo imbattuti in un drink premiscelato (prodotto storico dell’azienda), l’Airone Rosso, proprio per solcare anche questo segmento nonostante il ‘titolo’ di distilleria storica italiana.

Ci vediamo per un aperitivo?
Vino miscelato o no, lo stile POP dell’aperitivo è intramontabile e piace a tutti, wine addicted inclusi, perciò vi segnaliamo L’Aperitivo Festival fino all’11 maggio, per sondare le tendenze della mixology 2025: a Milano, zona Tortona con 27 bartender internazionali, oltre 100 prodotti in degustazione tra contaminazioni, abbinamenti, nuove proposte e pairing inediti.
Come da buoni italiani dire ‘prendiamo un caffè’ si traduce in chiacchierata-sfogo o ‘vorrei’ sapere come stai’, ‘ci prendiamo un aperitivo’ è un’altra formula magica della convivialità, sinonimo del ‘ci vediamo a fine giornata’.
Ci beviamo un calice di vino quale formula magica potrebbe essere? Ci vorrebbe la mamma di Harry Potter, J. K. Rowling, ma mi sono accontentata di ChatGpt che mi ha proposto questa formula:
“Vinoramus Exquisitus!”
(Pronuncia: vee-no-RAH-moos ex-KWEE-zee-toos)
Gesto della bacchetta:
Un ampio cerchio orizzontale seguito da un elegante colpo verso l’alto.
Effetto.
Trasforma istantaneamente un vino mediocre in un’etichetta sopraffina, esaltandone profumi, struttura e bouquet. Il calice si illumina di una luce rubino, e dal liquido si sprigiona un aroma avvolgente che ricorda vigne al tramonto e botti antiche.
Uso tipico.
Durante banchetti magici o nei duelli di mixology tra maghi-sommelier, per impressionare giudici o ospiti.
Attenzione!
L’effetto svanisce allo scoccare della mezzanotte. Bere con moderazione magica!
Anche per l’IA il vino è un altro mondo, se davanti a un calice di buon vino ci aspettiamo appaia Silente.