Prosciutto San Daniele: vi sembra una pubblicità azzeccata?2 min read

Vi comunichiamo che in Italia solo questi marchi possono produrre auto fuoriserie dalle caratteristiche uniche e irripetibili: Ferrari, Maserati, Lamborghini, Fiat”. Chi non trova niente di strano in queste righe può tranquillamente saltare la lettura di questo articolo. Chi invece leggendo “Fiat” ha avuto anche un lievissimo sussulto vada pure avanti.

Infatti la Fiat è una grande casa automobilistica, ma per sue caratteristiche strutturali è più adatta a mettere sul mercato vetture medio piccole che auto da sogno come Ferrari o Lamborghini.

 

A questo voi direte – “Che c’azzecca la Fiat col prosciutto San Daniele?”-  e io ve lo spiego.

Se allargherete la pagina pubblicitaria qua sopra troverete l’elenco dei produttori, anzi degli unici produttori del prosciutto San Daniele.

Leggerete così i nomi di solo 28 aziende, ma tra questi 28 nomi ci sono anche quelli che potrei definire le “Fiat del prosciutto”: Alcisa Italia, Levoni, Negroni e mi fermo qui, sono indubbiamente produttori seri ma non proprio di nicchia.

 

Dato che un prosciutto San Daniele deve essere lavorato e affinato solo all’ interno del comune di San Daniele del Friuli ma può essere fatto con maiali nati allevati e macellati in Italia (in particolare in 10 regioni italiane) avere tra i produttori di San Daniele grandi marchi vuol dire fare grandi numeri, che, in un mercato che tira, potrebbe anche voler dire numeri infiniti o quasi.

 

Qualcuno di voi adesso potrebbe darmi del malfidato, dell’amico a tutti i costi del “piccolo è bello” ma che poi non ha spazi sul mercato. Inoltre potrebbe anche sventolarmi davanti il disciplinare di produzione, facendomi presente che certi parametri devono essere rispettati da chi alleva uno o un milione di maiali.

Avrebbe sicuramente ragione ma non riuscirebbe comunque a farmi uscire di mente che un qualcosa che viene dichiarato “unico e irripetibile” non possa essere prodotto in quantitativi enormi o addirittura infiniti, altrimenti l’unicità e l’irripetibilità vanno probabilmente a farsi benedire.

 

Per questo, fermo restando che un ottimo San Daniele è un Signor Prosciutto con S e P maiuscole, una pubblicità del genere mi sembra tanto un boomerang, oppure un qualcosa di dovuto a chi, magari, paga l’esser socio del consorzio secondo il numero di prosciutti prodotti.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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