Porto Vintage 2000, Quinta do Infantado: quando il Porto è di serie A ed è “fatto in casa”1 min read

Leggere in etichetta “Vinho do Porto do Produtor” è già un motivo di interesse: sono pochi lungo il Douro gli imbottigliamenti in proprio.

La famiglia Roseira gestisce 46 ettari tutti classificati A, su classici terreni scistosi nel cuore del cuore della denominazione. L’annata fu considerata e “dichiarata” unanimamente ottima.

Con queste premesse quello che ha convinto comunque è stato il contenuto del bicchiere: il vino si è rivelato molto giovanile, con un fruttato prepotente per nulla  terziarizzato. Averlo saputo avrei aspettato altri dieci anni.

Mallo di noce, tabacco e cacao hanno fatto corona. Setoso e neanche troppo denso nonostante l’abbondanza zuccherina, si è lasciato bere molto bene.

Intrigante anche la sniffata a bicchiere vuoto, con suggello di liquirizia.

Il deposito è stato piuttosto abbondante ma l’ho riciclato egregiamente nell’impasto di un muffin casalingo.

Alessandro Bosticco

Sono decenni che sbevazza impersonando il ruolo del sommelier, della guida enogastronomica, del giornalista e più recentemente del docente di degustazione. Quest’ultimo mestiere gli ha permesso di allargare il gioco agli alimenti e bevande più disparati: ne approfitta per assaggiare di tutto con ingordigia di fronte ad allievi perplessi, e intanto viene chiamato “professore” in ambienti universitari senza avere nemmeno una laurea. Millantando una particolare conoscenza degli extravergini è consulente della Nasa alla ricerca della formula ideale per l’emulsione vino-olio in assenza di gravità.


LEGGI ANCHE