Podere Còncori: la quiete dopo la tempesta di vento3 min read

Il vento svolge un ruolo anche importante nelle vigne, fin quando non diventa di proporzioni esagerate, trasformandosi da amico in nemico. E’ quello che è successo in Garfagnana nella notte tra il 4 e il 5 Marzo.

 

Raffiche di vento che hanno sfiorato i 200 km orari hanno letteralmente scoperchiato  la cantina e dato un brutto colpo al lavoro di mesi e mesi di Gabriele Da Prato, giovane vignaiolo che dal 1999 porta avanti Podere Còncori. In quell’anno Gabriele decise di proseguire l’opera di suo padre, volendo dare dignità ad antiche produzioni, recuperando l’immagine dei vini della Garfagnana e della Valle del Serchio.

 

Gabriele inizia a produrre secondo i dettami della agricoltura biodinamica un paio di vini bianchi (un uvaggio di Pinot bianco e Chenin blanc e un Traminer), azzarda un Pinot Nero che ha i suoi perché e soprattutto inizia a produrre un Syrah che battezza Melograno e che gli regala un sacco di soddisfazioni. Nelle annate migliori mette in produzione anche il Vigna Piezza, un crù che a differenza del Melograno è prodotto solo con uve di una sola vigna dal quale prende il nome.

 

Ma veniamo all’altra notte. Gabriele e la sua famiglia dormono sereni nella casa in mezzo alle vigne accanto alla cantina. E’ pronto per imbottigliare e affrontare la fatica del Vinitaly. Improvvisamente è svegliato da forti rumori. Sono raffiche di vento. Salta la corrente, esce fuori e malgrado l’oscurità si rende conto che il tetto della cantina non c’è più, le porte della cantina sono letteralmente volate via… un pesante tino in vetroresina rotola come una pallina da golf sul green.

La situazione si fa pesante e pure pericolosa. Oggetti e grossi detriti, in alcuni casi taglienti, volano nel buio totale.

 

Con sua moglie decide che la cosa migliore da fare è tornare in casa e aspettare l’alba. Questa arriva manifestando con la luce tutti i danni notturni.

 

Per quanto riguarda il vigneto fortunatamente in questo periodo le viti non hanno ancora vegetato e quindi i danni sono limitati. Tuttavia nella piccola vigna davanti casa sono caduti i pali di testata mentre nelle vigne terrazzate esposte a sud (soprattutto nella vigna Piezza) gli alberi da frutto si sono pericolosamente inclinati e andranno tolti.

Le vigne distribuite su cinque appezzamenti in varie esposizioni dove viene coltivato il Pinot Nero e il Syrah sono fortunatamente rimaste illese mentre la cantina, utilizzata anche come sala degustazione, imbottigliamento e in parte stoccaggio, ha 250 m² di tetto da sostituire ed altri danni alle infrastrutture e ai macchinari. Questa è sicuramente la parte di azienda che più ha sofferto.

 Fortunatamente le barriques contenenti il vino da imbottigliare si sono salvate mentre di seicento bottiglie pronte un centinaio si sono rotte.

Ho raccolto queste informazioni direttamente da Gabriele domenica mattina, camminando in mezzo alle vigne sotto un bel sole primaverile, mentre lui mi mostrava i danni e mi raccontava di quello che già era riuscito a rimettere a posto grazie all’aiuto di molti amici e colleghi che hanno mostrato subito solidarietà. Mentre parlava qualche improvviso colpo di vento forte mi ricordava perché ero lì.

Prima di salutarci mi ha offerto un caffè e mentre sua moglie Michela raccontava gli attimi di paura e di sconforto dell’altra notte,  lui mi diceva con il sorriso di sempre che conta di tornare operativo al più presto, anche se un po’ di tempo ci vorrà. Non lo spaventano né i tempi burocratici per l’ottenimento di eventuali indennizzi da parte della pubblica amministrazione né la quasi certezza che alcuni danni non saranno riconosciuti dall’assicurazione. Il suo obbiettivo  immediato è arrivare al Vinitaly presentando comunque le nuove annate, anche se solo con i campioni di vasca. La vita continua.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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