Pigato, Pigato di Ranzo o Ranzo?3 min read

Sabato 4 febbraio, partenza da Albenga in una delle mattinate più fredde che si possano ricordare in Liguria. Il navigatore punta alla volta di Ranzo dove sono stato gentilmente invitato dal Sindaco, Sig.ra Agnese Vinai (sarà un caso?), a prender parte al numero zero di un piccolo evento legato al Pigato.

Ranzo è un paesino piccolissimo e diviso in varie “contrade”. Malgrado le sue dimensioni è un luogo ben noto agli enoappassionati più incalliti poiché è la sede di alcune tra le cantine più interessanti della Liguria: Bruna, Massimo Alessandri, A Maccia, La Casetta, Guido Fiorenzo e Deperi.

Il Pigato fa parte, insieme alla Favorita, della famiglia del Vermentino di cui è una variazione genetica. In questa zona, proprio sulla fascia retrocollinare di Albenga, al confine tra le province di Imperia e Savona, presenta le sue migliori caratteristiche.

Spesso le variazioni genetiche viticole avvengono per adattamento ad un nuovo territorio ed è unicamente in questa zona che il Pigato cresce da vari secoli, mentre il vermentino si è diffuso in zone ben più ampie e distanti. Il suo nome probabilmente deriva dal puntino che si forma sulla buccia durante la maturazione. Solo oggi le tecniche enologiche e la crescita in bravura dei vignaioli stanno cominciando ad esplorarne le potenzialità. In passato (e anche di recente) solo pochi sono stati gli esempi di vini importanti prodotti con il Pigato.

Mediamente più delicato e con dotazione acida inferiore rispetto al vermentino, proprio nella zona di Ranzo le escursioni termiche e l’altitudine di impianto lo rendono più profumato e soprattutto più acido della media.
Ma veniamo al “numero zero”.

 

Alle 9.00 un manipolo di coraggiosi, sfidando il gelo, si ritrova a parlare di Pigato;, della sua storia viticola e commerciale, delle sue peculiarità, della sua importanza economica ed ambientale, ma soprattutto sociale. Segue poi una visita alle vigne e piccola degustazione finale. Dal punto di vista tecnico nulla di molto interessante, ma in realtà una cosa è emersa in modo evidente: Ranzo, nel caso decidesse di dare al Pigato coltivato e prodotto nel suo territorio il nome stesso del comune, ne avrebbe tutte le carte.

A questo punto la riflessione si allarga a tutte quelle situazioni enologiche italiane che stanno cercando di accoppiare il vino più rappresentativo del loro territorio con il nome del territorio stesso.
Alludo ovviamente alle situazioni nuove o relativamente nuove quali ad esempio Nizza per la Barbera, Dogliani per il Dolcetto e, di pochi giorni fa, il Custoza  per il “Bianco di Custoza”.

Le sinergie che tali situazioni possono portare sono innegabili ed effettivamente è difficile capire chi ne tragga più vantaggio: le cantine o gli operatori turistici della zona. Di conseguenza il territorio viene preservato e mantenuto dalle persone che continuano a rimanere sulla terra o da quella popolazione che si giova delle presenze turistiche, anche indirettamente.

Si pensi ad esempio a quello che è successo nelle Cinqueterre lo scorso autunno: quanti disastri in meno se le vigne fossero state al loro posto, come prima dell’abbandono della terra?

Dunque saluto con grande piacere questa iniziativa, soprattutto se contribuirà alla crescita della qualità e popolarità del Pigato e di Ranzo

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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