Dal 28 al 30 marzo si è svolta ad Offica Piceno Open, la prima anteprima vini dedicata alla DOCG Offida, istituita nel 2010. I vini in assaggio sono stati Passerina, Pecorino e Rosso Piceno .
Questa manifestazione nelle intenzioni degli organizzatori di Vinea ,deve corrispondere al numero zero: la prova generale, di un evento che dovrà prendere piede nel tempo ed affermarsi come punto di riferimento per appassionati, importatori, stampa specializzata e per i produttori stessi che avranno modo di misurarsi annualmente con le varie realtà del variegato mondo enoico.
VINEA, è un’entità abbastanza singolare nel panorama vitivinicolo italiano: associazione di produttori nata nel 1979, oggi collabora con circa 1400 aziende vitivinicole marchigiane fra soci (circa 1000) e non soci. Rappresenta circa il 90% dei vini imbottigliati in zona e gestisce l’Enoteca Regionale di Offida. E’ promotore di molti progetti dedicati al miglioramento della qualità vitivinicola e ambientale e naturalmente di Piceno Open. Uno sguardo alla zona interessata dall’evento: nel Piceno si contano circa novemila ettari di superficie vitata, di cui circa cinquemila iscritti a DOC e DOCG, per una produzione complessiva pari a 600 mila ettolitri di cui circa 250 mila all’interno di denominmazioni. A parte una fascia costiera pianeggiante di circa 20km, per il resto ha una grande parte collinare (65%) e montuosa. Su queste colline la vite ha avuto un boom negli anni ’80 portando alla nascita di molte piccole cantine. E’ una zona di cerniera tra l’area del Sangiovese a Nord e quella del Montepulciano a Sud. Tra i bianchi Passerina e Pecorino sono i più rappresentativi mentre il Trebbiano si trova anche vinificato in purezza, ma quasi sempre funge da vitigno complementare.
Tornando ai rossi notiamo che l’influenza di vitigni internazionali è piuttosto bassa e per questo vale la pena segnalare una piccola curiosità in piena espansione: la Grenache, localmente chiamato Bordò.
La degustazione
l’annata sotto la lente è stata il 2013: anche in questa zona la primavera fredda e piovosa ha creato non pochi problemi di sanità,ma l’estate fresca ha permesso di vendemmiare i vini circa un mese dopo il 2012 (annata molto calda). I bianchi in generale appaiono avvantaggiati per finezza ed acidità.
I vini assaggiati corrispondono a circa il 50% di quelli prodotti come Passerina e Pecorino, molto meno per il Rosso Piceno.
Offida Passerina 2013
Per la prima volta ho potuto assaggiare una pattuglia nutrita di vini da questo vitigno: l’idea che ne esce, filtrata comunque dall’annata estrema, è che ci troviamo di fronte ad un’uva che produce un vino estremamente elegante e delicato. Le sue caratteristiche ne fanno un ottimo vino da aperitivo e con piatti leggeri, il suo potenziale acido ne fa un’ottima base da spumantizzare. I vini assaggiati hanno mostrato pulizia di aromi, una vena acida sempre importante, poche contaminazioni internazionali e una buona tensione minerale al palato.
Offida Pecorino 2013
Lo stacco netto si sente; dalla Passerina al Pecorino il passo è importante e in degustazione i parametri scivolano verso l’alto. Vitigno quasi abbandonato dai coltivatori per scarsa resa e difficoltà di gestione, è stato riscoperto alla fine degli anni settanta e in questa zona ha trovato il suo clima ideale. Vitigno molto precoce, offre concentrazioni di profumi e acidità notevoli. Da il meglio di se almeno dopo un paio d’anni.
La pattuglia assaggiata mediamente ha mostrato buona consistenza al palato, mentre i profumi sono in gran parte ancora in divenire perché i vini sono imbottigliati da pochissimo. L’acidità è il parametro più evidenziato da quest’annata difficile, le mineralità intense ne amplificano il carattere. Devo segnalare purtroppo alcuni vini “biodifettosi”, ma nel complesso una buona materia e pulizia. L’aspetto più interessante è proprio la complessità di un vitigno che ha personalità e può diventare anche molto esuberante senza mai stancare al naso. Inoltre è di facilmente abbinabile a piatti anche piuttosto complessi.
Offida Rosso 2011 DOCG
Montepulciano e Sangiovese si integrano in questo rosso apportando le loro doti migliori. In assaggio purtroppo l’esiguità del numero dei campioni rende difficile una generalizzazione e un conseguente commento sull’annata. Questo perché la DOCG è nuova (2010) e molti produttori hanno scelto di partire nelle annate successive, 2012 e 2013.
In conclusione Piceno Open è un riflettore che si accende su una zona non troppo conosciuta del panorama italiano. Una bella esperienza, utile a fare luce su 2 vitigni (Passerina e Pecorino) forse abbastanza conosciuti ma mai approfonditi in questo modo. Un plauso agli organizzatori che hanno trovato le energie giuste per creare questo appuntamento; nel tempo non potrà che dare che i suoi frutti per una migliore conoscenza della zona del Piceno.