Perché proprio il palloncino?2 min read

Tra le centinai di profumi  che vengono descritti nei vini noi di winesurf ne abbiamo isolato uno che, trasversalmente (quindi si presenta in varie tipologie di vini che nascono da vari vitigni) e mai un anno di seguito all’altro, abbiamo ritrovato in un numero incredibile di vini durante i nostri assaggi per la guida.

E’ un “profumo” che ci sconcerta perché non è catalogato in nessun “profumario enoico” e soprattutto perché nessun tecnico, produttore, enologo, conoscitore di vino, ha saputo spiegarci da dove arriva.

Ripetiamo perché vogliamo esser chiari: questo aroma lo abbiamo ritrovato in moltissimi vini rossi (giusto precisarlo: VINI ROSSI) tra i più conosciuti e importanti dello stivale. Vini che nascono da vitigni diversi, più o meno importanti, più o meno osannati dalla critica.

L’aroma non si presenta mai in un solo vino ma colpisce diversi campioni ( a volte decine e decine, fino ad arrivare a percentuali impressionati) di produttori diversi,  che usano metodi di vinificazione diversi e hanno filosofie produttive diverse.

Ricapitoliamo. Non lo troviamo mai in un solo vino, sempre  in tanti vini di:

  • Denominazioni diverse
  • Vitigni diversi
  • Produttori diversi
  • In annate non consecutive ma random e comunque parliamo di annate calde, fredde, secche, piovose, senza regola insomma.

L’unica regola è che non l’abbiamo sempre avuto  sotto il naso: fino a  7-8 anni fa non l’avevamo mai sentito e la prima volta che l’abbiamo trovato siamo rimasti interdetti, non credendo al nostro olfatto. Abbiamo chiesto a tecnici anche importanti che, più o meno, si sono arrampicati su muri e su specchi senza indicare una causa precisa. Anzi, ognuno ha presentato la sua teoria e mai due diversi tecnici ci hanno dato la stessa risposta.

A questo punto sveliamo l’arcano, cioè l’aroma incriminato: si tratta dell’odore di palloncino.

Avete letto bene: non gomma, gomma bruciata, plastica etc, proprio palloncino. Per identificarlo bisogna almeno una volta nella vita aver gonfiato un palloncino, di quelli che si usano nei compleanni, tanto per capirsi. L’aroma incriminato è uguale a quello che esce fuori quando sgonfiate quel palloncino, quando, magari per sbaglio non riuscite a gonfiarlo e chiuderlo bene e vi beccate “sul naso” quell’odore.

Da dove arriva nel vino? Cosa lo causa? Perché non si sente mai nello stesso vino, anno dopo anno? Perchè sempre  in maniera estremamente randomizzata e quando si presenta non è mai un caso singolo, anzi?

Perché colpisce vitigni diversi, denominazioni diverse modi di fare vino diversi, annate diverse?

Dopo l’ennesimo “incontro ravvicinato” ci siamo scocciati di non avere risposte precise e, pur rischiando una figura barbina (“Dei giornalisti enoici che non capiscono da dove viene un profumo/puzzo? Competenti al massimo!” potrebbero dirlo in molti) vogliamo cercare di capire perché ogni anni, decine e decine di vini diversi si ritrovano con questo puzzo/profumo/caratteristica.

Chi sa parli.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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