Seconda parte del picinic della nostra Raffaella. Questa volta vanno davvero a farlo tra i pinguini.
Dopo il pranzo la cena: La mia cena italiana e’ insolita perche dei sei commensali uno è allergico a latticini e uova, uno è ciliaco, due sono vegetariani. Insolita per noi Italiani, perche le stime dicono che in Australia e Nuova Zelanda 1 persona su 3 ha o ha avuto da bambino almeno una forma di allergia alimentare.
Il Risotto ai funghi porcini (secchi , nascosti nella valigia di mia mamma perché in Nuova Zelanda non si possono importare prodotti alimentari senza milioni di autorizzazioni) e’ un buon compromesso, specie se accompagnato da un Cabernet Sauvignon Awatea 2003 della azienda Te Mata.
Ancor meglio la combinazione macedonia di frutta secca e ananas con il Riesling 2007 – Ice Wine della casa vinicola Seifried di Nelson.
La mattina dopo non c’e’ il sole, ma non piove e c’e’ poco vento – tutto relativamente si intende.
L’elicottero ci aspetta completo di sacca da picnic e attrezzatura da spiaggia. Io, che sono bassotta, vengo messa davanti e così posso godermi la vista anche sotto i piedi.
Lo stretto di Cook e’ uno dei piu’ pericolosi e imprevedibili bracci di mare del mondo, ma dall’alto non incute paura. In breve superiamo i circa 25 Km che separano le due isole, e la vista della costa frastagliata dell’isola del sud e’ mozzafiato. Una serie infinita di insenature irraggiungibili via terra. Il blu chiaro delle spiagge contrasta con il verde intenso delle colline a pochi metri dal mare: i Marlborough Sounds .
Un susseguirsi di fiordi profondi, costellati di isole. Milioni di anni fa questa era una valle solcata da un fiume, che nei secoli e’ sprofondata nel mare.
Dopo 20 minuti di volo con il naso all’ingiu’ a cercare la nostra spaggia, il pilota, finora molto silenzioso, di certo intimorito dal cicalio di noi cinque ragazze, ci fa notare il “fronte” di nubi che si avvicina. E fronte non e’ una parola grossa. E’ un muro di nuvole nere. E cavalca verso di noi.
Avete mai pensato di fare un picnic, sotto la pioggia in una spiaggia rocciosa, vicino ad una colonia di foche? Nemmeno noi, ma l’alternativa e’ tornare a casa molto prima del previsto.
Dopo un buon bicchiere di Champagne (uno vero) e qualche crostino di salmone, oltre a molte ostriche, non ha molta importanza dove siamo. Di certo non abbastanza lontani dalle foche perche’ l’odore e’ inconfondibile. Ma chi ha detto che una gita sotto l’acqua e’ una gita rovinata?
Noi ce la godiamo lo stesso insieme al volo di rientro.
Sorvolando la pista di atterraggio dell’aeroporto internazionale di Wellington chiedo al pilota: “Ma per atterrare non serve un’autorizzazione?”
“Speriamo di no”!