Partono le anteprime toscane. Torneranno?2 min read

Con l’anteprima del Chianti (di cui vi parliamo a parte) e del Carmignano è iniziata sabato 18 la lunga settimana delle anteprime.  Per noi giornalisti e per una serie di colleghi esteri e di buyer il tutto era iniziato già da mercoledì 15 con BuyWine alla Stazione Leopolda.

Sempre per noi giornalisti il percorso sarà il seguente: Chianti e Carmignano in contemporanea per poi passare a San Gimignano, da lì a Firenze per il Chianti Classico . Seguirà Montepulciano e chiuderà in bellezza  Montalcino.

Per gli operatori del settore le date sono leggermente sfalsate ma comunque da ora alla fine del mese diverse migliaia di persone assaggeranno oltre 3000 vini (a braccio..) e ne parleranno sui loro giornali, blog, siti o semplicemente ai propri amici o clienti.

Un giro di persone, vini e parole da cui difficilmente si potrà uscire con le idee chiare. Il concetto di base è quindi “intanto alziamo il polverone e poi, quando si sarà abbassato vedremo di capire qualcosa”.

Sarà la concomitanza con Sanremo ma queste anteprime mi sembra che, almeno in parte, gli assomiglino. Tante parole, tutti che dicono la loro, grande spiegamento di mezzi, persone, giornalisti  (non perché ques’ultimi non siano persone…..) e poi alla fine cosa resterà? La farfallina di Belen, i silenzi del molleggiato e la canzone regina,  mentre alle anteprime non sono in vista farfalline inguinali, silenzi soporiferi e soprattutto  musica nuova.

Che la musica sia sempre la stessa l’abbiamo capito dai dati diffusi dalla Regione Toscana e dai consorzi in questi giorni. Aumento dell’export, delle vendite, assestamenti importanti, posizionamento migliore sui mercati di riferimento, etc. Poi vai a vedere e i dati dell’export in salita non parlano di prezzi medi di vendita, gli assestamenti sono avvenuti dopo terremoti disastrosi e sui mercati di riferimento altre nazioni si stanno muovendo molto meglio di noi. Se poi vai a parlare con i produttori il coro di lamentele è peggio di quello delle prefiche e così il giornalista si trova leggermente spaesato, quindi nella condizione classica prima delle anteprime.

Riusciranno gli assaggi, gli incontri, le verifiche, le confessioni a tavola a chiarire il quadro? Non ho grandi aspettative a riguardo  ma noi di Winesurf sguinzaglieremo comunque i nostri segugi (Porcelli, Giacomelli, Caverni, Bosticco, Pinochi, Solaroli, Mazzeschi, senza considerare il qui presente che arriverà da Vinisud solo Venerdì) e alla fine cercheremo di rispondere  tutti alla stessa domanda: a cosa sono servite?

Preparatevi a leggere un “multiarticolo” piuttosto lungo e interessante.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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