Ogni vino, anche se prodotto con la stessa uva, varia a seconda della zona in cui le uve crescono. Nella stessa zona varia a seconda del clima che ha caratterizzato l’annata e l’intervento dell’uomo in questi casi è molto limitato. E quest’anno, addirittura, le diversità si notano all’interno dello stesso vigneto. Chi è dedito all’agricoltura e alla viticoltura sa a quali imprevisti o sorprese si può andare incontro. Si aspettava la pioggia affinché potesse dare un’ulteriore spinta alle uve rosse durante il periodo di maturazione, e la pioggia è arrivata.
Per un confronto immediato con la prima settimana di settembre riporteremo di seguito i valori più significativi nella media giornaliera e naturalmente in media per zona, della quantità di pioggia caduta (dati ufficiali Osmer – Arpa FVG) negli ultimi giorni:
Zona |
mm |
||||
19/09 |
dal 20 al 23/09 |
24/09 |
25/09 |
26/09 |
|
Trieste |
24.0 |
0.0 |
20.7 |
0.0 |
0.0 |
Pordenone |
19.4 |
0.0 |
24.3 |
0.1 |
19.3 |
Udine |
11.7 |
0.0 |
48.0 |
0.1 |
13.1 |
Gorizia |
13.8 |
0.0 |
16.8 |
0.0 |
9.7 |
Cividale |
11.9 |
0.0 |
25.9 |
0.0 |
17.3 |
La pioggia è riuscita a dare alla pianta la spinta necessaria di cui aveva bisogno, reidratandola. Questo ovviamente per le varietà tardive, perché il processo di maturazione nelle varietà precoci si era già fermato da tempo. Il calo delle temperature ha portato le minime anche a 10/11 gradi, sono cresciute le concentrazioni zuccherine mentre i livelli di acidità (inferiori comunque alle annate "normali") si sono quasi arrestati: per questi motivi sarebbe logico vendemmiare le uve e infatti molti produttori sono pronti e vorrebbero procedere prima che torni la pioggia. Ma i vinaccioli continuano a non essere maturi, denotando così un’astringenza aggressiva e un sapore amaro. Inoltre, le bucce di diverse varietà a bacca rossa evidenziano il gusto spiccatamente erbaceo delle pirazine, sentori che potrebbero ammorbidirsi aspettando ancora qualche settimana. Tanti condizionali, poche certezze.
Il rischio è tuttavia troppo alto e se a oggi non si sono avuti problemi con malattie e marciume in pianta, l’eccessiva umidità e la mancanza di luce degli ultimi giorni potrebbero influire negativamente.
Uno dei sintomi legati alle prime piogge di settembre è la presenza di femminelle (foglie piccole e verde chiaro, germogli che nascono dalle gemme pronte dei tralci dell’anno) in vigneti ancora da vendemmiare. Segno che la pianta ha ricominciato a lavorare, ma con tempi alterati ed energie sprecate. Un’annata da ricordare o dimenticare? Diversi produttori hanno ottenuto risultati migliori da vigneti esposti a Nord, soprattutto in varietà come Sauvignon o Malvasie riuscendone a preservare profumi e acidità. Nei vigneti esposti a sud le acidità si sono bruciate e insieme a loro profumi ed aromi. Quest’ultima purtroppo risulta essere una conferma rispetto ai nostri primi resoconti. Si riscontrano grandi difformità rispetto ai risultati di annate considerate normali: molti produttori hanno già cominciato e quasi ultimato le prime fasi di vinificazione di alcune varietà bianche riscontrando mancanza di struttura. La varietà a bacca bianca che sembra aver sofferto di più è lo Chardonnay, seguito dalla Ribolla (in qualche zona ancora da vendemmiare) e da qualche Tocai friulano, soprattutto nei casi di vigneti giovani.
Una vendemmia che potrà essere meglio capita e meglio raccontata nei vini che degusteremo. Una vendemmia, di certo, che insegnerà moltissimo. Al punto da suggerire l’urgenza di rivedere qualcosa dal punto di vista agronomico (la scelta del sistema di allevamento, la scelta di determinate varietà anziché altre), perché non poche soluzioni negli ultimi decenni si sono rivelate corrette.
Questo articolo è uscito sul sito Friulano&friends, (http://friulano.fvg.it/), sito dell’ERSA, Ente Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia. Ringraziamo ERSA per il permesso di pubblicazione.
http://friulano.fvg.it/approfondimenti-tecnici/226-ottobre-2012-una-vendemmia-al-capolinea