Oscar Farinetti: solforosa -50% = mercato estero + X%3 min read

Nel mondo della matematica,  in cui  mi sono sentito sempre fuori posto, un’equazione è un’ uguaglianza tra due espressioni contenenti una o più variabili, dette incognite.

La frase del titolo è in realtà un nuovo tipo di equazione, che potremmo definire, “con incognita nascosta”.
L’ha teorizzata e promulgata urbi et orbi non un matematico (almeno credo) ma Oscar Farinetti durante la presentazione di Eataly Roma al programma di Lilli Gruber su La7.

Ad un certo punto il proprietario di Fontanafredda e creatore del “Sapermercato alimentare”(“sapermercato” sia perché indirizzato a chi vuole sapere cosa mangia, sia perché lo sa lui come vendere..) è uscito più o meno con questa frase. “Se in Italia si riducessero del 50% i solfiti nel vino l’esportazione se ne avvantaggerebbe tantissimo.”

Nei giorni scorsi sul web molti si sono accapigliati sulla possibilità di attuazione o meno del concetto.

Credo che la frase abbia indubbiamente un suo peso ed una sua valenza, ma completamente diversa da quanto detto fino ad ora.

Piccola premessa: la nuova legge europea sul biologico parla di una diminuzione dal 10% al 25% del tetto massimo di solforosa (vedi). La proposta di Farinetti sarebbe quindi molto più restrittiva della normativa che entrerà in vigore da agosto. Perché quindi una proposta così drastica?
Abbiate pazienza ancora un attimo.

Nell’equazione suddetta l’incognita “quanto aumenterebbe l’export se” è in realtà una falsa incognita sia perché si basa su un presupposto impossibile (riduzione per legge del 50% dei solfiti), sia perché nessuno potrebbe adesso e mai quantificarla.

La vera incognita è invece “Perché Farinetti ha sentito il bisogno di lanciare ora, su un palcoscenico nazionale, questa proposta impossibile?”

Io una rispostina ce l’avrei.

Premetto che ammiro molto l’operato di Farinetti, specie nel riuscire a prevedere ed anticipare alcuni andamenti del mercato. Il suo modo di fare nel mondo del vino e della gastronomia si è sempre dipanato su questa linea ed anche stavolta credo si sia di fronte ad una sua previsione/azione abbastanza azzeccata.

 

Previsione.

Ci sarà sempre più richiesta di vini naturali (biologici, biodinamici, bionaturali, naturaldinamici etc) anche se abbastanza confusionaria e confusa. Non credo occorrerà molto tempo, in particolare per cantine ben attrezzate che producono vini rossi da medio lungo invecchiamento, per riuscire a diminuire drasticamente le dosi di solforosa ammesse per legge.

 

Azione

Prevedendo quindi una possibile richiesta Farinetti ha iniziato da qualche tempo a premere l’acceleratore sulla diminuzione dei solfiti e probabilmente ha in programma, nell’arco di due-tre anni di far entrare sul mercato (qualcosa in verità ha già fatto)  rossi preceduti da un battage mediatico dove la diminuzione drastica della solforosa e quindi la naturalità del vino sarà il punto cardine.

 

Ricordatevi che la legge permette al massimo 150 mg/l in un rosso ma già diverse cantine arrivano oggi senza sforzo non oltre 70-80 mg/l.

Quindi l’equazione farinettiana è solo un pre-annuncio su vasta scala di cosa accadrà nel suo futuro.

Del resto se riuscirà a vendere più barolo e barbaresco puntando sul dimezzamento della solforosa sarebbe cosa buona e giusta per lui e per tutto il settore, che si vedrebbe costretto ad inseguire e ad adeguarsi più o meno velocemente.

Insomma, la vera incognita della frase/equazione di Farinetti per me è svelata e, a dirla tutta, spero si realizzi alla svelta, se non altro per mettere alla berlina tutta quella montagna di legulei che per partorire il topolino della legge sul biologico hanno impiegato anni di “sulfuree” discussioni.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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0 responses to “Oscar Farinetti: solforosa -50% = mercato estero + X%3 min read

  1. Carlin sei dell’Inter ma ‘un sei becco devo dire… Ci avevo pensato anche io…dirà  “visto che il legislatore non scende con la solforosa, io lo anticipo uscendomene con prodotti con meno solforosa”. Si sta costruendo il mercato: sotto la falsa richiesta al legislatore sta creando la domanda. E’ un fenomeno e non c’è nulla di ironico nelle mie parole

  2. Caro Francesco, proprio perchè sono interista riesco a vedere lontano, altrimenti come avremmo fatto a reggere per 50 anni se non sapevamo il nostro futuro?

  3. Carlo ti sei dimenticato di cogliere la frase più sincera e esemplare di Farinetti in quell’intervista: “io cambio settore ogni 10 anni”
    Con tanti auguri a chi subentrerà  nel suo business GDO molto ricco di investimenti pubblicitari e appoggi politici.
    La glorificazione dell’uomo, che presto o tardi ci troveremo a pagare come politico, e la sua trasformazione mediatica in “mito”, a volte dimentica di porsi alcune domande sulla storia.
    Che fine ha fatto il compratore dei supermercati elettronici dello scorso decennio farinettiano?
    Come stanno andando già  oggi le cose a MPS, coop, e altri soggetti attivi?
    A chi resterà  il cerino acceso? altro che solforosa.
    Un de Già  vu.

  4. Risposta secca: trattasi di evidente azione di marketing preventivo. Cioè di preincentivazione di un mercato nel quale già  sono e che, quando esploderà , mi troverà  più pronto di tutti. Sinonimi: strategia a lunga gittata, precostituzione di argomenti commerciali,.

  5. Posso dissentire? Quella del 50% era la vecchia proposta sudista alla quale si sono strenuamente opposti i produttori e le lobbies nordiste. Vincendo. Cosa fa credere al signor Coccode’ che all’estero si farebbero bagnare il naso da lui? E poi, quale estero?Il mondo e’ cosi’ grande…

  6. Sai che ti dico? Magari e stramagari se questa equazione si avverasse! Cioé se bastasse mettere in etichetta “guarda che io ho ridotto la solforosa e che ora è xxxx” per aumentare le vendite all’estero. Invece non basta manco per niente. Oscar Farinetti fa il suo lavoro molto bene ed è apprezzabile il suo investimento a Fontanafredda e anche relativamente al marchio Borgogno. mi sembra che si stia muovendo bene. Sa usare i mezzi di comunicazione ed è sicuramente un personaggio carismatico. Una maggiore chiarezza sui livelli di solforosa è auspicabile, ma non raccontiamoci balle riguardo all’efficacia per aumentare le vendite con questi sistemi.

  7. Sai che ti dico? Anch’io non credo molto all’equazione ma voglio crederci perchè sarebbe, almeno nella diminuzione della solforosa, una bella cosa per tutti.

  8. Nelle Nuvole ha scritto qualcosa che mi fa riflettere molto, ma vorrei dirle che prima di decidere quale vino importare nel Paese del Baltico in cui vivo c’e’ un’importatrice che ne beve (nel senso pieno della parola, quindi non solo degustazione e sputo) diversi calici perche’ vuole prima sapere se le gira la testa per eccesso di solfiti: possono anche essere podiati e medagliati, ma se hanno troppa solforosa li manda a cagare. Scusate il termine, ma e’ tradotto dall’originale. Ieri s’e’ fatta due bocce di Ceretto, non la sveglio, ma lunedi mi sapra’ dire se lo importera’. Della serie: noi il vino lo beviamo, fino in fondo alla bottiglia. Un diecimila bicchieri che fa girare la testa non ci interessa. Bevetevelo voi, con tanti saluti al Gambero Arrossito…

  9. Concordo che trattasi di marketing preventivo, per chi può permetterselo. Quanto alla solforosa, noi siamo già  attestati da alcuni anni al massimo sui 70/80 mg/l, senza attendere il Reg. UE sul vino Bio (risultato del compromesso fra Europa del Nord e del Sud), peccato che non siamo cosଠbravi a far impennare le vendite all’estero!

  10. Che il Farinetti sia “Cicero pro domo sua” non deve stupire nessuno. Fa l’imprenditore, e mi sembra lo faccia bene. Qualcuno ha giustamente osservato che è uno che nel 2012 “apre”, creando posti di lavoro ed indotto, tra tanti che chiudono…
    E credo sia condivisibile anche l’affermazione origine del post, se correttamente interpretata. Tra le righe, dice che la riduzione dei solfiti per effetto di legge porterebbe all’attenzione dei mercati internazionali il fatto che ai produttori italiani sta molto a cuore la salute dei consumatori. Dice anche che nei territori vocati alla viticoltura di qualità , non servono i quantitativi limite dei solfiti attuali (che già  moltissimi produttori hanno ridotto oltre il 50%). E dice anche che la stessa iniziativa autonoma di un singolo (lui compreso), non sortirebbe lo stesso effetto, in quanto non percepibile dal mercato. Con tutta la modestia del caso, è quello in cui credono con noi anche i produttori aderenti al progetto Freewine, convinti che il benessere dei consumatori sarà  sempre più un valore di riferimento.

  11. L’incubo di Fava è cosa farà  in futuro, più l’accostarlo a qualche banca. Commenti sempre uguali, che noia.

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