Non sei idiota se bevi vin keniota (seconda parte)1 min read

Il rosso della casa Leleshwa è uno Shiraz di 14 gradi, che viene venduto a 700 scellini Keniani, meno di 7 euro.
Vino più ambizioso del bianco, ha un tappo di sughero anzichè di silicone.

Ahimè , si tratta di conglomerato, che, alla prima bottiglia assaggiata, aveva giocato un brutto scherzo.
Insistendo, gli assaggi successivi sono stati positivi . Conferma lo stile della casa:  prendono un vitigno e ci fanno il vino, senza birbonate anche se operano in una zona difficile.

Il vino e’ semplice: sa essenzialmente di Shiraz, robusto e asciutto. Va bene così , mi ha convinto senza sforzo.

Sia lo Shiraz che il Sauvignon assaggiato e recensito in precedenza (vedi) scarseggiano un po’di profumi.

La bevanda canonica del viaggiatore post-Hemingwayano E’ il Campari . Erneste se ne portava dietro delle casse quando faceva i safari.
Oggi il Campari con ghiaccio si sorseggia al Karen Blixen american-italian bar nel centro di Malindi. Gestione e clientela italiana, a cui si aggiungono delle signorine autoctone di bell’ aspetto . Prezzo italiano blando, come nel bar sotto casa mia.

Qualcuno osserva che corrisponde alla paga di un giorno dei nostri aiutanti locali. Un attimo di malumore. Beviamo un altro sorso, così ci passa.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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