Naturali?? Basta con l’Aventino!1 min read

Mi fa molto piacere che Fabio Giavedoni su Slow Wine prenda di petto il tema del “secessionismo naturale”, cioè dei due saloni che i produttori di vini naturali (cosi vengono definiti) organizzano in concomitanza con il Vinitaly ed abbastanza vicino a Verona, in modo da poter approfittare del grande indotto della Fiera. Sia in video (vedi) che in un mio articolo avevo parlato (leggi) di questo fatto, cercando di farli riflettere su questa assurda divisione dalla più importante fiera italiana e addirittura tra loro. Se la seconda divisione può essere definita anacronistica la prima puzza tanto di “furbetto del vinellino” che si separa dagli impuri ma li sfrutta neanche tanto sotto sotto. Sono quindi d’accordo con Fabio: potrebbero tranquillamente trattare col Vinitaly (avrebbero infatti un grosso potere contrattuale)  oppure dimostrare di saper camminare da soli organizzando un bel salone dei naturali in un periodo diverso.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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  1. Io ho una azienda biologica ed espongo al Vinitaly. Sono daccordo con te su tutto, non ha senso fare una fiera alternativa in contemporanea. E prima si facevano chiamare pure Vini Veri: come per dire che tutti gli altri…. La concorrenza fra produttori si fa con lealtà  ed onestà , non con certi mezzucci comunicativi.

  2. ora che tutti i potenti del vino sono finalmente d’accordo con quello che sostengo da anni, posso finalmente smettere di parlarne.. ;-))

  3. Questi hanno esigenza di visibilità , che il Vinitaly non riesce a garantire. Oltretutto gran parte di loro se la meriterebbe proprio.

  4. Anchio partecipo da biologico al vinitaly, però alla fine basta chiamare le cose per nome, il VINITALY è troppo grande ed è difficile farsi notare. Per cui quella scelta di fare saloni “off” è esclusivamente una scelta di marketting, fosse fatta da non biologici non so quanta polemica ci sarebbe?
    Il problema è un altro, a mio avviso, ed è che ci vorebbe seriè tà  sulla definizione… naturale, vero, indipendente e altro, NON è biologico! e diversi produttori presenti a queste fiere esterne non sono certificati, quelli parassitano il VINITALY e me ne frega poco, ma parassitano anche il lavoro fatto da 30 anni da persone che hanno dovuto lottare contro tutti, senza dare niente in ritorno allo sforzo di seriè tà .
    Tanto per dare una altra illuminazione anche al salone europeo di vino Bio di Montpellier, Millè sime-Bio, anche li hanno fatto un salone “off” , a dimostrare che il problema non è nel bio, è in una filosofia del farsi vedere diversi, comunicando una diversità  qualitativa, parassitando il mondo bio e non nella partecipazione al movimento bio.
    Per cui a voi giornalisti il difficile compito di scegliere cosa dire, dopo tutto ci sono tanti buonissimi produttori in questi gruppi!

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