Napa Valley tutta per voi!6 min read

Non capita tutti i giorni di avere un corrispondente dalla Napa Valley, specie se è enologo e ci lavora da tre anni. Da oggi, grazie a David Cilli (sotto troverete una sua autopresentazione) Winesurf  mette piede oltreoceano e soprattutto lo fa mettere a voi, grazie alle notizie che periodicamente (diciamo una volta al mese) David ci invierà. Benvenuto David!

 

Salve a tutti, sono David Cilli, enologo, nato a Siena 35 anni fa. Ho frequentato il corso di viticoltura ed enologia presso la facoltà di Agraria di Firenze. Dopo anni di esperienze tra Australia, Argentina, Montalcino e Francia, sono arrivato a Napa quasi per caso poco prima della vendemmia 2012. Da subito ho trovato un grande ambiente carico di stimoli e grandi prospettive, abituato a valorizzare e premiare meriti e risultati qualitativi, lontano da logiche burocratiche, talvolta rigide e clientelari. Da grande amante di certi sangiovesi e nebbioli capaci di evolvere positivamente per molti anni, sono rimasto letteralmente incantato dalla degustazione di alcune vecchie bottiglie di 50 anni di cabernet sauvignon della Napa affinati in botte grande di rovere, trovando dei vini sorprendentemente freschi, integri, con ancora tanta vita davanti a loro.

Per cominciare eccovi alcune notizie base sulla Napa Valley.

 

 

Dove è la Napa Valley?

La Napa Valley si trova nella California centro settentrionale, a circa un’ora d’auto da San Francisco direzione nord, sopra la baia di San Pablo. Prende il nome dalla città principale dell’areale, Napa appunto, nonché capoluogo dell’omonima contea.

 

 

I numeri della Valle

 

Nella valle ci sono circa 450 cantine, il 95% delle quali è a conduzione familiare, con il restante 5% composto da importanti holding del mondo del vino come Gallo e Constellation, per fare qualche nome. La superficie vitata è di circa 18000 Ha, 2 volte e mezzo la superficie vitata del Chianti Classico, 5 volte quella di Montalcino e di 8 volte inferiore a quella di Bordeaux.

 Il protagonista più importante della valle è senza dubbio il Cabernet Sauvignon, che lo scorso anno è stato pagato mediamente 6 USD/kg di uva, fino a raggiungere punte massime di 55 USD/Kg. Tuttavia non mancano la produzione  di Chardonnay (seconda in volume), Pinot Noir, Merlot, Sauvignon e Zinfandel.

 

 

Che tipo di conformazione geografica ha?

 

La valle è una lingua di terra lunga circa 50 km con orientamento nord-ovest, racchiusa tra 2 catene montuose. Ad ovest, le Mayacamas Mountains la separano dalla Sonoma Valley,  proteggendola dalle imponenti masse d’aria fredda provenienti dall’oceano Pacifico, mentre ad est, le Vaca Mountains fanno da scudo alle calde correnti provenienti dalla Central Valley. 

La sua base misura un’ampiezza di circa 8km ed origina a nord della baia di San Pablo, mentre misura una larghezza di soli 2km per la convergenza delle 2 catene montuose, nella parte centro settentrionale.

I terreni nel fondovalle sono piuttosto pianeggianti nella parte vicino alla baia, mentre nella parte centro nord compaiono dolci colline rocciose.

 

 

Quali sono i suoi punti forti?

 

I suoli

 

La singolare eterogeneità di suoli, che possono essere di matrice vulcanica ma anche sedimentaria marina o alluvionale, testimonia  una pedogenesi particolarmente articolata, con fasi eruttive che si sono sovrapposte e intersecate ad altre caratterizzate da lunghe sedimentazioni o movimenti tellurici. Il risultato finale di tutta questa lunga storia pedologica è un patrimonio di suoli particolarmente ricco, tanto che Napa Valley è una delle poche regioni vitivinicole mondiali dove sono rappresentati circa la metà dei suoli esistenti al mondo.

 

Il clima

 

La valle gode di giornate calde e secche e notti fresche durante tutto il lungo ciclo vegetativo che consentono al Cabernet Sauvignon di arrivare lentamente ad una maturazione ottimale.

La vicinanza con la baia mitiga le temperature nel sud della valle, nella regione di Carneros, dove sono coltivati la maggior parte dei Pinot neri e degli Chardonnay

Salendo pian piano verso nord il clima assume sfumature più continentali con una grande escursione termica diurna (fino a 30°C), inverni più freddi, estati più calde e precipitazioni più abbondanti.

Le montagne ai lati rappresentano un altro elemento di variabilità climatica con la parte est un po’ più arida e soleggiata grazie ad una media di 3,5 ore in più al giorno di luce diretta e precipitazioni inferiori rispetto alla parte ovest, che gode di una vegetazione più rigogliosa.

Le precipitazioni medie si aggirano mediamente attorno ai 640 mm annui, concentrati principalmente tra novembre e marzo, anche se come saprete la California sta attraversando un periodo di siccità che dura da circa 3 anni. Questo è sicuramente un forte stimolo per i viticoltori, a cercare di spingersi sempre di più verso una gestione in dry farming, visto anche che l’ammontare medio delle precipitazioni non è molto inferiore a tante aree della Toscana.   

 

 

Alcune cose importanti, tipo abbandono delle macerazioni, maturità, etc.

 

Oggi a Napa si respira un’aria diversa, specialmente sui vini posizionati nelle fasce superpremium ed icon, in cui lo stile americano sta perdendo peso e concentrazione, rivolgendosi piuttosto verso la ricerca della sua purezza, equilibrio ed identità.

I confronti organolettici e commerciali non sono più rivolti ai diversi produttori della valle ma sono sostenuti con i più grandi vini del vecchio continente.

Per questo la scelta della maturazione ideale per la vendemmia prende molto più in considerazione l’acidità delle uve. Le macerazioni non raggiungono più i 2 mesi e fortunatamente le tostature forti iniziano a trovare sempre meno appoggio.

 

Un’eccezionalità della Napa è lo strepitoso successo turistico che ha raggiunto: infatti ogni anno riesce ad attrarre circa 3 milioni di enoturisti generando un giro economico di circa 1.4 miliardi di $ (dati 2012).

Ciò ha portato anzitutto un enorme indotto ed una struttura commerciale delle aziende basata sulla vendita diretta, infatti la maggior parte delle cantine  vende quasi tutta la propria produzione tra sala degustazione e wineclub di clienti privati.

 

Forme di allevamento

 

Nell’arco degli ultimi 100 anni si sono susseguite tutta una serie di forme di allevamento tipo guyot, cordone speronato e lira, ma la forma storica è quella dell’alberello chiamato “headspur” (un classico alberello ma leggermente più alto di quelli italiani, n.d.r.) . Al momento la maggior parte dei vigneti è allevato a cordone speronato ma a mio parere un ritorno alla forma storica potrebbe dare delle belle sorprese.

Come accaduto anche in Europa meridionale anche qui la scarsità idrica era gestita sfruttando la forma meno esigente in termini di richiesta d’acqua, l’alberello appunto. Credo che in qualche modo nei prossimi anni ci sarà un ritorno a questa forma anche se sotto forma di alberello in parete per esempio, ma comunque una forma che consenta un invecchiamento contenuto e controllato delle piante.

 

Alla prossima volta..

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE