Mustilli Verticale Storica3 min read

Mai il termine “storica verticale” mi è sembrato  più appropriato. Non c’è nessuna enfasi nel definire tale la degustazione organizzata in Casa Mustilli, a Sant’Agata dei Goti nel cuore del Sannio, semmai una semplice constatazione. Assolutamente fuori dal comune sia per la complessiva qualità, che  per la profondità di annate messe a disposizione del piccolo e direi fortunato  gruppo di degustatori.

Falanghina e Greco, vini di un territorio spesso sbrigativamente liquidato e messo tra quelli interessanti ma non troppo.

La Falanghina poi deve ancora togliersi di dosso la nomea di vino bianco  facile, beverino e poco adatto a qualsiasi invecchiamento. Non che in giro ci siano molti esempi che mostrino il contrario, ma è proprio questo il punto: la Falanghina di Mustilli mostra una capacità di reggere il tempo a dir poco straordinaria.

Come non ammirare la Falanghina 2002 che apre la degustazione: vino bianco  di 13 anni ma che non li mostra affatto e così sarà per quella del 1996, 1988, 1986 per finire con quella del 1979. Irreprensibili per il colore che andava dal giallo oro a quello antico, con una pulizia olfattiva esemplare, privi di  qualsiasi nota olfattiva fuori registro.

Eccovi alcune brevissime annotazioni olfattive vino per vino. Complessità nei profumi con  compresenza di fiori e frutta  e accenni di idrocarburi (2002). Più complessi ed eleganti ma anche più maturi di mela golden matura e mela cotogna (1996) sino al fieno maturo.  Radice di liquirizia e china (1988). Note di liquirizia ed anice nel 1986.

Tutto questo per poi giungere al 1978 (la prima imbottigliata), dove il frutto cede il posto a castagna, funghi e poi ancora iodio, mentre la bocca si riempie di acidità e sapidità.

In tutte le annate impossibile non sottolineare sempre, dove più o dove meno, le note di petrol-ton, una costante nelle annate più giovani, appena  percepibile in quella del 1978. Quanto alla bocca è stata sempre coerente con il quadro olfattivo,  mostrando in alcune annate una freschezza acida inaspettata ed una abbinabilità ai cibi, sia pur difficile ma possibile.

Il  Greco, in degustazione le annate 2002, 1998, 1994, 1981, 1978, ha presentato lo stesso stile esecutivo, stessa pulizia nei colori e nei profumi, pur tenendo conto del cambio di mano enologica succedutisi negli anni (questo per entrambi i vini).

Meno leggibile, il Greco si è presentato in veste meno emozionale, forse un po’ appannato dalla sorprendente  Falanghina che nel confronto a distanza mi pare abbia superato abbondantemente il test. Vitigni diversi, annate anche diverse,  due modi di rappresentare un territorio che però mettono in luce una capacità di invecchiamento del tutto insospettabile, almeno sin’ora per entrambi i vitigni.

La lungimiranza di Leonardo Mustilli, papà di Paola e Annachiara, che da sempre ha accantonato bottiglie nella sua storica e suggestiva cantina scavata nel tufo a 15 metri sotto il livello stradale, ha permesso oggi di avere a disposizione una profondità di annate sorprendenti. Senza tema di smentite credo che Mustilli sia  tra le pochissime  aziende in Italia, parlando di vini bianchi, che possano vantare una simile riserva e soprattutto potrà vantarne anche in futuro, per la loro e la nostra felicità.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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