Mejor non essere famosi al “Mejor de la gastronomia”4 min read

Non sarò mai grato abbastanza all’organizzazione de “Lo mejor de la gastronomia” di San Sebastian. Sicuro com’ero di avere l’accredito stampa  avevo prenotato il volo aereo alla favolosa cifra di 37 euro A/R da Ciampino. Il non avermelo concesso  mi ha permesso di visitare Bilbao e una piccola parte delle Asturie. Un grande grazie davvero anche  per avermelo comunicato con non molto anticipo. Forse avrei dovuto aspettarmelo: chi sono io, piccolo scribacchino di provincia e per giunta del sud Italia. Sei forse tu conosciuto?? Sei forse tu noto per le tue intemperanze verbali?? Sei forse tu raccomandato?? Ho dovuto rispondermi no a tutte queste lecite domande che credo (ma potrei sbagliarmi) abbiano attraversato la mente di chi mi ha risposto.

Comunque sia, non so cosa mi sono perso, ma so sicuramente quello che ho trovato. Innanzitutto Bilbao. Ci mancavo da così tanti anni che quasi mi è sembrato di sbagliare città, tanto in questi anni è stata trasformata in meglio. Attenzione però: non proprio tutto è migliorato ma per fortuna i pintxos sono rimasti quelli di una volta. Quelli del Bar Bilbao in Plaza Nueva con le sue caratteristiche maioliche sono un posto classico per chi vuole godersi queste piccole e succulente specialità. A seguire quelli più creativi di Gatz, uno dei locali più noti della città. Non potevo perdermi la specialità basca per eccellenza ovvero il Baccalao al pil pil che ho mangiato al Guria: non male il baccala meno il pil pil. Poi irrinunciabile visita esterna ed interna del Guggenheim, bello e spettacolare, un’astro-nave piombata dallo spazio e via di corsa verso Oviedo. La  capitale delle Asturie, dove pazienti amici mi hanno fatto da cicerone, è un altro pianeta.  Niente pintxos ne tapas qui, sidrerie, sidrerie e poi sidrerie, come le desiderate: finte popolari, veramente popolari, per turisti per caso. Comunque sempre sarete ricevuti con simpatia e cordialità, che vi faranno sorvolare sui pavimenti umidi di sidro o cosparsi di segatura, oltre a tovaglioli e cicche di sigarette che testimoniano il continuo passaggio dei clienti. Un salto sulla costa a Cabo Peña , uno dei tratti più spettacolari dell’intera regione, per ammirare il faro, il museo marino e per rendersi conto di che cos’è l’Oceano, specie quando è “arrabbiato”. Il tutto per giustificare il pranzo che ci aspetta a Prendes da Casa Gerardo, forse il più famoso ristorante della regione, sicuramente quello più antico ( 125 anni: con l’attuale  5  generazioni  si sono alternate ai fornelli), regno del piatto asturiano per antonomasia “la Fabada”. Ricca, sontuosa e potente  zuppa  fatta con grossi fagioli bianchi (fabes), spalla di maiale (lacòn), salsicca nera (morcilla), salsiccia piccante (chorizo) e lardo (tocino): indimenticabile! L’altro piatto assolutamente da non perdere è “Arroz con leche” (riso con latte) stupendo per la sua semplicità, ma così difficile per il suo equilibrio, una vera goduria. Al motto “mai sazi” il giorno dopo andiamo a Casa Cristina. Locale rustico e popolare (è dire poco…), piazzato sulle colline a sud di Oviedo, in cui diamo un altro colpetto al nostro appetito con un assaggio di “pote asturiano” (zuppa con fagioli, verza, patate ed il solito assortimento di maiale). Un piatto non certo leggero che ci ha sistemato per l’intera giornata. Tra una pausa e l’altra, nelle serate di riposo, tanto per gradire: pimientos del  piquillio, rossi e gustosi peperoni dolci  con “anchoas del Cantabrico” (acciughe del Cantabrico), Callos (trippa) a la Asturiana con vari tipi di carne, prosciutto, aglio e pimenton (polvere di peperone). Inoltre come resistere a formaggi come il Cabrales o il meno famoso Gamonedo per citarne solo alcuni. Che si beve? Birra quando proprio non c’è altro che meriti. La sidra è  quella che si beve preferibilmente , di vari tipi, da quella casalinga a quella delle piccole sidrerie. Vino? poco generalmente. Una curiosità: l’unico vino che si produce in regione ( 6 produttori in tutto) è il Vino de la Tierra de Cangas. La piccola denominazione (IGP) contempla sia i bianchi che i rossi ottenuti da varie uve : Albarin, Albilo, Picapoll e Verdejo per i bianchi; Garnacha, Mencia, Verdejo Negro per i rossi. Ammessi anche Merlot, Pinot e Syrah. Date le pietanze che ci hanno servito nell’ occasione ho assaggiato solo il rosso, peraltro una selezione prodotta appositamente per Casa Gerardo. Vino giovane dal colore non carico, piacevolmente fruttato con accenni anche floreali, fresco, piacevole, ma assolutamente incapace di reggere i piatti così complessi come quelli proposti. Anche se di buona acidità, la mancanza di lunghezza e profondità lo ha  penalizzato oltremodo. Sicuramente da riprovare in un’altra occasione che sono sicuro non mancherà, fisico permettendo. 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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