Quello che andiamo a raccontare è un caso in cui prima di parlare di vino occorre una premessa “contestuale”: siamo nella terra degli etruschi e la due giorni organizzata dall’azienda vinicola Marcampo di Volterra è iniziata con una sorprendente visita guidata al museo etrusco, sicuramente uno dei più importanti d’Italia nel suo genere. La collezione unica di urne cinerarie, l’affascinante ed enigmatica Ombra della Sera, il guerriero Avile Tite e innumerevoli altri reperti ci introducono in un mondo a parte, ancora avvolto nel mistero. Una visita che lascia una certa sensazione di riverenza e che aleggerà tra gli ospiti di Marcampo nelle ore e nei giorni a venire, anche di fronte agli interessanti vini che abbiamo avuto il piacere di conoscere e alla sapienza culinaria della famiglia Del Duca – già ristoratori e ora proprietari dell’azienda – e dell’Osteria Bis di Colle Val d’Elsa che ha curato il pranzo.

E ora possiamo parlare di vino: è indubbio che oggi il territorio di Volterra e della Valdicecina, enologicamente collocabile tra S. Gimignano-Colli Senesi e la Costa degli Etruschi, si sta aprendo al panorama vitivinicolo nazionale, e Podere Marcampo è stato con il suo “inventore” Genuino Del Duca, recentemente scomparso, fra i primi a credere nelle potenzialità di questi terreni di origine sedimentaria, ricchi di depositi marini e arricchiti da marne argillose bluastre con sottosuolo salino. Terreni caratterizzati da una buona permeabilità e un’ottima resistenza alla siccità, con le radici della vite che si ramificano non troppo in profondità favorendo così la crescita della pianta e del suo frutto in maniera lenta e graduale.
La guida dell’azienda è passata alla figlia Claudia la quale ci ricorda che l’idea di produrre vino al Podere Marcampo (da cui, detto incidentalmente, si gode della spettacolare vista delle maestose Balze di Volterra) nasce nel 2003 e si decise allora di partire piantando Merlot, un vino che potesse racchiudere nei suoi frutti tutta quella grande quantità di minerali che caratterizza questa terra. Successivamente vengono impiantati nuovi vigneti, tutti posizionati fra i 140 a 245 metri sul livello del mare fino ad arrivare nel 2017 a 5 ettari complessivi, tutti adiacenti la cantina e suddivisi fra Merlot, Sangiovese, Pugnitello, Ciliegiolo e Vermentino.
Dal 2022 la regia della produzione vinicola è affidata all’enologo Luca Rettondini, conosciuto per la sua attenzione e sensibilità verso il taglio bordolese (anche se a Marcampo si taglia poco, come vedremo).
Un giudizio più circostanziato sulla qualità della produzione vinicola è stato possibile grazie ad una verticale di tre anni dei tre vini di punta dell’azienda ovvero il Marcampo , il Severus e il Giusto alle Balze. Ecco di seguito alcune brevi note di degustazione.
Partiamo dal Marcampo (50% Sangiovese e 50% Merlot), considerato il vino “storico” dell’azienda, la prima bottiglia risale al 2007.
Il 2022 si propone con un naso deciso di frutta rossa che in bocca si delinea morbidamente in ciliegia;
Il 2021 ha ancora con profumi intensi di frutta matura; al palato il tannino è dolce con amarena e note balsamiche.
Il 2020 si differenzia per un’apertura leggermente legnosa compensata da una bocca nuovamente fruttata di fragola e amarene.
Passiamo quindi al Severus (Sangiovese in purezza). Il nome deriva dal fatto che il Sangiovese in questa zona è un vitigno alquanto impegnativo. Ma dobbiamo subito dire che questo vino è stato una piacevole sorpresa: Sangiovese di razza, tipico e sicuramente rappresentativo del vitigno.

Il 2020 ha al naso i rituali frutti rossi, mentre al palato entrano chiare note balsamiche e di liquirizia .
Nel 2019 le note legnose sono più immediate e il legno incide sulla trama del tannino anche se rimane un corpo indubbiamente interessante.
Il 2018 si presenta più evoluto, il legno non è invadente, il tannino avvolgente con piacevoli e ammalianti note balsamiche e in misura minore di tabacco. Questa annata è da ritenersi a nostro avviso la migliore espressione di questo vino e della produzione aziendale.
Chiudiamo con il Giusto alle Balze (Merlot in purezza), il vino più rappresentativo dell’azienda.
Il 2020 si impone con una piacevole frutta rossa e frutti di bosco. La bocca è rotonda, il tannino dolce tipico del vitigno.
Il 2019 fa subito emergere una piacevole balsamicità, liquirizia in primis, poi cioccolato. Tannino importante si direbbe in via di affinamento.
Il 2018 si differenzia leggermente per note più vegetali, grande equilibrio tannico in bocca, persistente e con buona potenza.
Per concludere, ci troviamo di fronte ad un’azienda con una buona base qualitativa e con interessanti progetti (nuovi vini sono in cantiere e ne sentiremo parlare presto). Generalizzando un po’ i vini assaggiati mostrano una buona tendenza ad un medio invecchiamento, aspettiamoci quindi delle piacevoli sorprese.