Mangiare bene in Italia per far mangiare male in Congo.4 min read

Ho partecipato ad una serata di beneficenza per edificare il padiglione del centro Trasfusionale della "Pediatrie di Kimbondo" in Congo.
Direte: "E a noi?". Adesso vi spiego il nesso, ma prima di tutto voglio fare i complimenti a tutti i campioni del mondo (presenti e passati)  di varie discipline sportive, ai cantanti, (in primis ad Andrea Bocelli che ci ha fatto venire i brividi con la sua splendida voce nonché a Pupo, che personalmente mi emoziona meno anche se  per questo la sua presenza è stata non meno apprezzabile), ai vip più o meno noti e a tutte le autorità che hanno appoggiato con la loro presenza l’idea dell’Associazione "I campioni del Cuore”. Grazie soprattutto all’ineccepibile organizzazione di Piero Benvenuti, Marcello Lippi e Daniele Papi, che hanno dato vita alla serata.
 
Ed ecco il nesso: Andrea  Grignaffini, creative director di  Spirito di Vino, mi aveva proposto di coinvolgere le aziende da me rappresentate nel fornire gratuitamente i vini per la serata e visto lo scopo che la animava, tanto io quanto le aziende, abbiamo aderito con grande piacere.
 
In rappresentanza di tutte le mie aziende ho quindi partecipato alla serata e così vi sottopongo alcune considerazioni e domande che mi sono posta.
 
Arrivo a Viareggio all’Hotel Principe di Piemonte (4 stelle luxory) dove si tiene la cena. Meno male che non ho creduto nemmeno per un attimo al suggerimento “Abito informale” contenuto nell’invito, altrimenti mi sarei trovata con un modesto tailleur in mezzo  a lustrini, paillettes e soprattutto pietre preziose di non modesta entità. Forse la mia è tutta invidia perchè non posseggo quest’ultime, ma sinceramente mi sembrava fossero piuttosto fuori luogo visto il tema della serata.
 
L’aperitivo ed il ricco buffet di antipasti sono stati serviti in una sala dove contemporaneamente venivano proiettate su un maxi schermo immagini della missione, con dei bambini intenti a nutrirsi di una ciotola di riso in bianco. Non sono riuscita a mettere in bocca  niente e non so come gli altri abbiano potuto farlo se non ignorando le immagini.
 
La cena è stata preceduta da un mini spettacolo. Il presentatore – molto famoso ed anche molto fortunato perchè non riesco a ricordarne il nome – è stato assolutamente patetico per le continue battute a sfondo erotico-sessuale e soprattutto per averci intrattenuto più di un’ora con interviste ad alcuni degli sportivi presenti, per quanto non sempre entusiasti di domande molto personali. Terminate le interviste ha detto, testualmente: "Adesso chiamiamo Padre Ugo, responsabile della missione per la quale stiamo raccogliendo fondi, pregandolo di spiegarci di cosa si tratta. Ha un minuto di tempo, dato che sono le 22 ed abbiamo fame". Sic. Anzi, doppio sic.
 
Cena di ottimo livello, ancor più apprezzabile visto che eravamo più di 400. Tanto di cappello al cuoco del Principe di Piemonte. Vini, ovviamente, ottimi.
 
Finisce la cena si apre un’asta. Contesto: siamo qui per raccogliere fondi per bambini che muoiono di fame. Situazione: vengono venduti all’asta un quadro per 8.000 €, un orologio per circa 4.000, una collana con pendaglio a forma di coccodrillo per circa 3.500. Speriamo che il lusso possa veramente creare riso.
 
Fatti positivi: alla fine della serata sono stati raccolti circa 60.000 €. Le spese sono state modeste e grazie agli sponsor il costo della cena è stato sostanzialmente abbattuto: quindi un bel risultato..
 
Io però sono andata a dormire con l’amaro in bocca e mi sono chiesta quanti dei 400 presenti erano coscienti di essere lì non per incontrare vip e fare foto con loro, per sfoggiare i loro splendidi brillanti o per fare qualche conoscenza utile (ovviamente  questa una domanda l’ho fatta prima di tutto a me stessa). E poi era necessario scomodare un hotel extra lusso, gioielli e cena ai massimi livelli per dar da mangiare riso in bianco a bambini che altrimenti muoiono di fame?
 
Se la serata si fosse svolta in un posto meno chic, la cena fosse stata frugale (non necessariamente patate lesse e acqua, ma qualcosa di molto meno elaborato) e non ci fosse stata la certezza della presenza di tanti vip, gli sponsor avessero comunque dato il loro contributo? Avrebbero comunque partecipato 400 ospiti? Ognuno di loro avrebbe sborsato 100 € per l’ingresso e 20€ per ogni biglietto della lotteria? L’asta, così come impostata, avrebbe avuto un senso e soprattutto lo stesso successo?
 
Insomma:  è giustificabile una serata dove i ricchi si trovano a mangiare molto bene in un contesto iperchic, per elargire qualche briciola della loro ricchezza in modo che altri possano sopravvivere mangiando riso in bianco?
 
Se si avanzo un suggerimento: diamogli un tono più sobrio … molto più sobrio, e ognuno potrà uscire soddisfatto anche dal punto di vista umano.

 

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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