Malagousia, quando la Cenerentola greca profuma di fiori e albicocche3 min read

Incontrare un vitigno che non conosci è sempre una scoperta, se poi quel vino/vitigno viene dalla Grecia è ancora più intrigante e infine se il solito impagabile Haris Papandreou te ne propone quindici campioni in assaggio il cerchio si chiude e,  naturalmente si apre la degustazione nella sede di Winesurf.

Il vitigno in questione è la Malagousia, uva riscoperta negli anni ’70 del secolo scorso nella regione di Nafpaktia e per questo chiamata spesso la Cenerentola dei vini greci.

Malagousia

Non ci sono molte notizie su quest’uva: pare che a inizio del secolo scorso venisse apprezzata anche per la buona produttività ma che nel tempo fosse stata sostituita da coltivazioni irrigue molto più redditizie. Comunque Vangelis Gerovassiliou assaggiò, spinto dal suo professore di enologia, l’uva e rimase sorpreso dalle sue caratteristiche,decidendo di vinificarla prima nella cantina Porto Carras e successivamente nella sua. Questo lo ha portato ad essere chiamato “il padre della Malagousia” ma soprattutto ad essere stato il primo a produrla e venderla, subito seguito da un buon numero di produttori greci.

La riscoperta di questo vitigno ha portato infatti a (ri)piantarla in molte zone della Grecia (dalla Macedonia alla Tessaglia alla Grecia Centrale) con climi anche molto diversi tra loro. Siamo di fronte ad un vitigno che esprime buona aromaticità, specie su note floreali ma anche su sentori di pesca e albicocca. L’acidità non è altissima ma una vendemmia abbastanza precoce gli permette di conservare una sufficiente freschezza. Al contrario di tanti vini bianchi non si percepisce, anche da campioni di zone diverse, note estremamente sapide o saline. Sicuramente dà il meglio di sé nei primi 2/3 anni di vita e quasi sempre viene vinificata in acciaio a temperatura controllata e messa in commercio giovane. Qualche produttore ha provato anche a vinificarla parzialmente o totalmente in legno con risultati interessanti. Come molto interessanti sono le poche versioni passite dove i sentori di albicocca matura sono quasi inebrianti.

Se volessimo allestire un podio dei quindici campioni degustati il podio virtuale  potrebbe essere composto (in ordine sparso) dal Mikrokosmos 2022 di Zaferaikis, con profumi fini che puntano  sull’agrume e dalla netta verticalità, dalla Malagousia 2023 elegante e persistente di Tsikrikonis, di e dalla Malagousia 2023 di Vangelis Gerovassiliou, con particolari note fumé che affiancano quelle floreali e un corpo di giusta ampiezza.

In generale sono vini che ancora credo paghino la giovinezza di tanti impianti e forse rese un po’ troppo alte dovute anche ad un mercato nazionale che lo richiede sempre più. Sono convinto che tra 6/7 anni potremo trovare delle Malagousia più piene senza rinunciare alla caratteristica principale che è appunto l’aromaticità.

Dimostrano comunque ancora una volta che il vino greco combatte alla pari con i prodotti di qualsiasi altra nazione e che le moderne forme di vinificazione sono oramai ben assimilate e comprese a ogni livello.

Dal punto di vista dell’importazione non siamo messi benissimo ma si possono ordinare direttamente in Grecia su vari siti. I prezzi vanno dai 10/11 euro ai 24-25 per le selezioni più importanti. La media è comunque attorno ai 15 e sono sicuramente soldi ben spesi, specie se ci mettiamo il fattore novità.

Foto di copertina di Victoria da Pixabay

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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