L’invaiatura e la doccia scozzese/sahariana4 min read

Negli ultimi tempi si fanno sempre più frequenti i congressi, gli articoli e le discussioni sul cambiamento climatico: con queste righe non vorrei lanciare nessun allarme, ma solo sottolineare degli strani processi climatici che non si possono ignorare!
Gli studiosi confermano che la tendenza all’incremento della temperatura negli anni non avverrà gradualmente: ci sarà un alternarsi di annate più fredde del solito e di altre molto più calde. Anche all’interno della stessa annata, ci potranno essere picchi di temperatura molto più alti  rispetto al normale, accompagnati da periodi di freddo intenso.
Quindi un susseguirsi sempre più frequente di annate come il 2003 (caldo ed arido) e 2002 (freddo e piovoso), ed annate come il 2006 per molte aree torrida sino a tutto luglio, con  improvvisamente alcune settimane di variabilità con pioggia e freddo ad un mese dalla vendemmia.
Potremmo chiamarle annate a “doccia scozzese/sahariana”
Dico questo perché?? Perché non mi sarei mai immagino di parlare ad oggi, 29 giugno, di invaiatura prossima a verificarsi, con vendemmie già preventivate ai primi di agosto per gli spumanti. Molto comunque può ancora accadere nei due mesi che abbiamo di fronte, che potranno confermare o meno la tendenza molto anticipata dell’annata.
Luglio e agosto, costituiscono il periodo più rappresentativo dell’estate, perché ideali per le vacanze. Ciononostante, essi sono notevolmente diversi per il clima e la durata delle giornate.
I prossimi sessanta giorni, sono fondamentali per l’avanzamento della fisiologia della vite: la chiusura del grappolo prima, e l’invaiatura segnano l’importante passaggio dall’attività di accrescimento verde della pianta (che inizia a rallentare prima del definitivo arresto) a quella di accumulo ed elaborazione delle sostanze, zuccherine e non.
L’evoluzione delle fasi fenologiche sono condizionate dalle caratteristiche proprie del vigneto e  principalmente dall’andamento stagionale che mai come questo anno ha impresso un anticipo di almeno 10-15 giorni(in alcuni casi quasi tre settimane) rispetto alle medie del periodo di riferimento!
Durante l’invaiatura, il grappolo modifica profondamente il suo aspetto, poiché muta il colore, la consistenza e la composizione chimica. L’avvio interessa solamente alcuni acini isolati e pertanto procede con una certa lentezza. Successivamente, si estende con maggiore velocità a tutti gli altri, coinvolgendo tutti i grappoli, con l’acino completamente invaiato che riprende ad ingrossarsi accumulando altre sostanze. L’elemento più evidente che caratterizza questo fenomeno è la scomparsa della clorofilla: al colore erbaceo si sostituisce quello determinato, per esempio, nelle uve bianche dai pigmenti flavonici. Inizia quindi la sintesi degli aromi e delle altre sostanze che si ritrovano nel grappolo maturo e il cui complesso rappresenta un carattere genetico proprio della varietà: inoltre è in questo periodo che si forma la pruina.
Anche se non è rigidamente definito il tempo che intercorre tra l’inizio dell’invaiatura e il completamento della maturazione, la variabilità nelle differenti annate appare abbastanza contenuta.
L’inizio troppo precoce di questa fase fenologica può avere anche possibili conseguenze dai risvolti non sempre positivi.
Quando l’andamento climatico stagionale è come quello che stiamo passando e che viene definito annate con maturazione precoce, l’ulteriore precocità indotta dalle caratteristiche del vigneto può essere anche elemento sfavorevole per i risultati qualitativi finali.
Nella gran parte delle annate si possono formulare due possibilità. La prima prende in considerazione una la stagione sotto il profilo del clima pienamente favorevole ai processi di maturazione. Si potrà quindi avere una completa trasformazione dei grappoli che avverrà in modo uniforme e ideale, ma in anticipo: i frutti così potranno rimanere esposti all’azione violenta del sole, per un numero di giorni troppo elevato. Il loro appassimento e i danni alle bucce degli acini costituirebbero, in questo caso, gli elementi penalizzanti per la qualità finale della vendemmia.
La seconda possibilità consiste in un decorso del clima estivo irregolare, caratterizzato da alcune precipitazioni e consistenti sbalzi di temperatura: a seguito dell’anticipata invaiatura, si potrebbe avere nello stesso vigneto elevata difformità di maturazione.
Anche questo secondo caso è negativo, in quanto sfavorevole alla perfetta maturazione del raccolto di grappoli nel suo insieme. La scalarità di maturazione conseguente richiederebbe una vendemmia altrettanto frazionata che, tuttavia, è impossibile da organizzare tutti gli anni in ogni zona viticola.
Con molta probabilità per i vitivinicoltori (e i tecnici), niente ferie a ferragosto! E nel caso che venga confermato l’anticipo della vendemmia, tutte le relative operazioni  dovranno essere organizzate per il momento ottimale della maturazione onde garantire in ogni caso elevati livelli qualitativi delle produzioni.
Comunque, assieme alla stagione anticipata, anche noi siamo troppo in anticipo per fare delle previsioni realistiche, ma è sicuramente vero che dovranno essere notevoli le attenzioni da porre al vigneto!

Davide Ferrarese

Davide Ferrarese, agronomo e profondo conoscitore del Piemonte agricolo, per diversi anni nostro “metereologo ufficiale” ci ha lasciato in eredità tantissimi interessanti articoli.


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