Le Drude un Aglianico moderno ma non “modernista”2 min read

Non c’è bisogno di dirlo,ma vini come l’Aglanico dovrebbero godere di una considerazione maggiore da parte del consumatore medio. Invece questo vitigno rimane ancora nelle corde più degli appassionati che non in quelle del comune bevitore.

In parte questo è dovuto alla caratteristica del vitigno, sempre inizialmente un po’ ostico con una accentuata tannicità, poca morbidezza e quindi austerità, che in un contesto internazionale registrato sui timbri della concentrazione, morbidezza, fa fatica ad essere apprezzato e quindi ad emergere.

E’ vero comunque che negli ultimi anni si sono fatti grandi passi in avanti sia in vigna che in cantina, cercando di rendere l’Aglianico un tantino meno scontroso, senza ovviamente perdere in autenticità.

In questo senso il disciplinare della neonata DOCG che vedrà imbottigliare le prime bottiglie nel 2014 è stato molto saggio non cedendo alla tentazione di “contaminare” l’Aglianico con una percentuale di altri vitigni come è avvenuto invece per altre denominazioni.

Tutto e solo Aglianico quindi e tutto proveniente dalle terre di Ginestra questo Le Drude 2006 di Michele La Luce.

Un vino che punta alto e pur essendo alla sua seconda uscita mostra un caratterino niente male. Nessuna tentazione modernista, se questo vuol dire concentrazione attraverso esagerate estrazioni o uso del legno senza molto rispetto del vitigno e della sua personalità.

Moderno nella tecnica, pulito nella esecuzione che lascia integro un frutto nero cedendo note complesse di spezie (pepe) e tabacco.

La buona struttura mostra al palato nuovamente sensazioni pepate e fruttate (ribes nero) con una freschezza ed una persistenza di buonissima levatura. I tannini la bestia nera del vitigno sembrano ben domati, ma ancora ben lungi dall’esaurirsi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Drude 2006

Aglianico del Vulture DOC

Az. La Luce

Tel.: 0972 646145

Uvaggio: Aglianico

Giudizio: Ottimo

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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