L’amore al tempo dell’insalata e del tortellino di Valeggio5 min read

Qualche giorno fa, girando per degustazioni tra Soave, Bardolino e Custoza, ho confessato a me stesso, nonostante l’età sia quella che è,  di amare perdutamente due signore.

Prima che parta un’irrefrenabile voglia di gossip preciso che il mio non è solo un amore platonico, ma addirittura gastronomico-platonico, una delle forme più tranquille e soddisfacenti per persone della mia età.

Le due signore da me amate rispondono al nome di Susanna e Nadia e voglio subito chiarire che di loro amo non solo quello che propongono nei loro rispettivi locali ma che le amo più adesso, dopo praticamente due anni di lockdown, di prima.

Susanna Tezzon (a destra) pronta per andare nel suo orto sul terrazzo

Sapete perché? Perché nonostante la ristorazione di qualità sia stata mazzolata brutalmente le ho trovate ancor più motivate e nei loro piatti ho ammirato non solo la qualità di prima ma addirittura un qualcosa in più, un valore aggiunto che mi porta ora a dichiarare, urbi et orbi, il mio amore.

Dai nomi passiamo ai cognomi e ai locali. Susanna è Susanna Tezzon ed è l’anima Del Giardino delle Esperidi a Bardolino. Tra pizzerie e locali da turisti  il suo ristorante è l’unico porto sicuro all’interno di questo bellissimo borgo.

Ci sono tornato a cena dopo quasi un anno ed è stata una serata memorabile: voglio citare un piatto su tutti, che dimostra come qualsiasi avversità possa trasformarsi in una grande opportunità per chi sa coglierla. In tempi di lockdown Susanna e le sue amiche colleghe hanno deciso di utilizzare il bellissimo terrazzo sopra al locale per farne un piccolo (ma neanche tanto) orto.

Dire orto è restrittivo perché oltre a molte verdure (coltivate dentro a piccole piscine di gomma colme di terra fertile) in questo piccolo eden troviamo frutti,  spezie, erbe officinali e piante di fiori. È un luogo dove puoi entrare solo se Susanna vuole e per fortuna ha voluto farci il dono di servirci due piatti contornati dalle sue piante. Il piatto di cui voglio parlare è di una semplicità assoluta: potrei pomposamente chiamarlo “assieme vegetale di multicolori aromi e gusti miscelati con briosa maestria” ma forse è meglio se lo chiama semplicemente “insalata”. Un insieme di erbe di stagione, insalatine, fiori e frutti, che mi ha letteralmente messo ko dal piacere. Infatti ogni piccolo boccone era un insieme di sapori e gusti diversi che cambiavano e si moltiplicavano  mentre si muovevano nel palato.

Era come avere in bocca un caleidoscopio del gusto di cui non potevi sapere la “prossima mossa”. Vi garantisco, una delle cose più complesse e saporite mai mangiata in vita mia ed era “solo” un insalatina.  La cena poi ha avuto molti altri piatti e molti vini, perché da Susanna, oltre che mangiare bene si bevono grandi vini italiani ma soprattutto esteri (Champagne in primis)  proposti a prezzi irrisori, ma il resto dovrete scoprirlo da soli.

Da Bardolino a Valeggio: Valeggio vuol dire tortellino e Alla Borsa, praticamente da sempre, si mangiano i migliori tortellini di Valeggio e probabilmente del mondo. Una specie di ombelico del mondo del tortellino che il post-covid ha reso ancor più piacevole da visitare. Alla Borsa si amano i toni soffusi sia nelle bianche ed eleganti sale interne che nella colorata “terrazza a piano terra”, d’estate preferita da molti. Nadia Pasquali , figlia d’arte (i genitori sono sempre presenti ma è lei il fulcro di tutto) propone una serie di piatti che un essere umano non può non provare, ma naturalmente il meglio del meglio è il tris di tortellini e cioè il classico di carne, il tortello di zucca e i tortelli verdi di ricotta e spinaci.

La prima cosa che colpisce in questo godurioso trittico è lo spessore della pasta: quasi inesistente ma concreto, saporito e giustamente cedevole al palato, esalta i gusti del ripieno e i condimenti (di solito burro, ma potete osare con il leggero ragù che vi proporranno). Anche i ripieni  delle tre specialità sono gustosi giochi d’equilibrio, dove il dolce della zucca è bilanciato perfettamente, l’impasto del tortellino è soffuso ma intenso e ricotta e spinaci si rincorrono e si fondono. Qui, come dalla Susanna, si arriva ad una goduria e  soddisfazione praticamente infinita. Voi direte che a far tortellini son buoni tutti e prima che Dio scenda in terra per punirvi di per punirvi di questa bestemmia vi salvo io, affermando che la base di tutto il lavoro di Nadia (lo dice lei, quindi sono sicuro) è una grande e raffinata artgianalità, che porta a produrre, giorno dopo giorno, una qualità alta e costante.

Nadia Pasquali

Potrei parlare di molti altri ottimi piatti, della carta dei vini semplice ma completa, della bravura “dell’artigiana Nadia” nell’essere ovunque, presente e attenta ai desideri dei clienti, ma voglio fermarmi per non violare la “la par condicio di questo articolo” parlando di più di uno dei mie amori platonico-gastronomici, entrambi con un carattere di ferro e una voglia di continuare a stupire gli altri e loro stesse.

Due locali diversi, più a tinte forti il Giardino delle Esperidi, più puntato su tonalità pastello la Borsa. Due cucine diverse, la prima rivolta a piatti anche innovativi e particolari, l’altra figlia di una tradizione di altissimo profilo. Due donne diverse ma dotate di una forza e di una bravura da standing ovation.

Avanti, prenotate, che aspettate? Non sono geloso!

 

Il Giardino delle Esperidi

Via Goffredo Mameli 1, Bardolino (VR)

Tel. 349 1343686 – 045 6210477

Ristorante alla Borsa

Via Goito 2, Valeggio sul Mincio (VR)

tel . 0457950093

email: ristoranteborsa@gmail.com

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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