La storia di un timido genio: Giulio Magnani, la fillossera e la scoperta dell’innesto su vite americana2 min read

I francesi ce la stanno menando da quasi 200 anni che solo grazie a loro la fillossera è stata compresa, affrontata e sconfitta che oramai lo diamo per scontato. Invece questo bel libro di Vincenza Papini fa entrare un bel po’ d’aria fresca e comunque fa capire che dalle nostre parti non si brancolava nel buio.

Il libro narra la “non” storia di Giulio Magnani, nato in  una famiglia di agiati borgesi commercianti nel 1839 e vissuto, fino alla sua morte nel 1891, tra i possedimenti di Montecarlo “di Lucca” e il suo palazzo fiorentino.

Ho scritto “non” perché in realtà Giulio Magnani era un tipo talmente schivo che non solo non si sposò ma fu solo grazie alla sorella che, dopo la sua morte, accanto alla tomba venne messo un epitaffio. Nonostante questo fece, praticamente in contemporanea con i francesi, una grande scoperta.

Come  sappiamo la fillosserà arrivò in Europa negli anni sessanta dell’ottocento e partendo dalla Francia distrusse praticamente l’intera superficie vitata europea.

Come giustamente fa notare il professor Fregoni nei suoi studi sull’afide ,i vini che facciamo oggi sono figli del nuovo panorama vitato europeo creato dalla fillossera, dove oramai i vigneti durano  25/30 anni rispetto a quelli centenari del passato , dove poche decine di vitigni ne hanno soppiantato alcune migliaia, uniformando le caratteristiche organolettiche.

Giulio Magnani visse il primo periodo di questa trasformazione, da quando ancora in Italia non si dava grande importanza al fenomeno a quando non si sapeva come porvi rimedio e si usavano rimedi spesso folkloristici.

Montecarlo, il borgo.

Nel 1875, quindi praticamente in sincrono con i ricercatori francesi, Giulio capì che la strada da seguire era quella dell’innesto e comincio a piantare semi di vite americana, tanto  da crearsi nel 1881 un vivaio di quasi 10000 piante nella sua tenuta di Montecarlo. Nel 1885 indicò chiaramente come rimedio alla fillossera l’innesto della vitis vinifera su vitis riparia: la stessa cosa venne affermata da Viala in Francia, ma nel 1887.

Il libro, oltre a mostrarci questo  timido e ritroso personaggio ci presenta la sua famiglia e il momento agricolo, viticolo e storico tra fine settecento e fine ottocento, con anche i prodromi dell’unità d’Italia.

Naturalmente il testo non vuole ribaltare la storia sulla lotta alla fillossera, attribuendo alla zona di Montecarlo una primogenitura, ma solo far comprendere che anche in Italia, in quegli anni, si era capito dove stesse il problema e si provava a correre ai ripari.

Ripari che purtroppo non furono compresi e utilizzati perché Giulio Magnani era uno che correva da solo e non vide l’importanza di dare giusto risalto ai risultati delle sue intuizioni.

Il libro è corredato di una prefazione e di una ponderosa postfazione sull’arrivo della fillossera in Europa di Mario Fregoni.

 

Vincenza Papini, Il pioniere italiano della lotta alla fillossera – Giulio Magnani e la viticoltura a Montecarlo (copyright 2020 Comune di Montecarlo)

Prezzo di copertina 20 Euro

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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