La stampa estera a portata di clic:Wine Spectator, vol. 401 min read

Al centro di copertina, in questo numero i vini da pesce.

 

Poi Borgogna bianchi del 2012, Pinot nero californiano del 2013 e le bevande fredde al caffè.

Si comincia con una serie di servizi dedicati alla “Fish story”: come si prepara il pesce e con quali vini accompagnarlo a tavola.

 

A seguire è l’arte del Pinot, sul Pinot nero californiano della annate 2012 e 2013, buone anche se non al livello della 2009.

 

Nella selezione di James Laube, al vertice tre Pinot della Russian Valley e uno di Carneros.

 

Poi Aaron Romano presenta Oakland : dove mangiare e che cosa bere. Il servizio che segue è dedicato ai bianchi di Borgogna dell’annata 2012: basse rese e ottime maturazioni.

 

Interessante che per Bruce Sanderson questa annata, con 2011 e 2007, sarebbe appena un soffio sotto la 2010 , la 2008 e la 2005, giudicate le migliori annate delle ultime dieci per i bianchi di questa regione, ma migliore della 2009 (chardonnay esotici con strutture esili).

 

Al vertice, per l’autore, due Montrachet e due Bâtard-Montrachet , poi un Corton-Charlemagne.

Si chiude con la “trinità del whisky” secondo Jonny Mc Cormick: Scozia, Giappone e USA.

Completano il numero, come sempre, la Buying Guide (come sempre, tra i vini italiani, Piemonte e Toscana nelle selezioni più prestigiose, e ancora Toscana tra gli smart buys e i best values), le consuete rubriche e le pagine degli opinionisti (la Vinexpo di James Laube e il ruolo dell’emozione nel vino per Matt Kramer).

 

 

Wine Spectator, vol. 40, no.7, September 30, 2015, $5.95

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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