La stampa estera a portata di clic: Wine Spectator, gennaio- febbraio 20161 min read

Il titolo più grande di copertina è quello dei vini favoriti dagli editors di Wine Spectator.

Poi: l’eleganza dei Pinot neri dell’Oregon del 2013, i vini dolci per San Valentino e blender di whisky.

 

Si comincia con le rubriche, gli aggiornamenti, le retrospettive (verticale di Pinot nero Beaux Frères, Oregon), le pagine di James Laube (l’importanza di avere una cantina) e Matt Kramer (l’insoddisfazione dei produttori come fattore di cambiamento), vino e cioccolato a San Valentino. Eccoci dunque ai Personal Favorites, i vini preferiti dai collaboratori di Wine Spectator, ripartiti per varietà (Cabernet Sauvignon, Chardonnay…) , per fascia di prezzo (meno di 25 $, tra 25 e 50 $, più di 50 $) e per paese , per ciascun editor , da James Laube a Tim Fish.

 

Siamo arrivati a metà giornale : l’articolo centrale è dedicato ai Pinot noir della Williamette Valley del 2013, le migliori bottiglie secondo  Harvey Steiman e i produttori emergenti. Nel servizio che segue, Jack Bettridge presenta i whisky blends di Compass Box.

 

Infine  una review sul 2015 e le valutazioni medie riportate dai vini delle varie parti del mondo in quest’anno  (California, Stati Uniti, Italia, Francia, Vari paesi del mondo). 

 

A chiudere, come di consueto, il numero, la Buying Guide : Barolo di Serralunga Fontanafredda 2011 tra i vini Higly Recommended di questo numero, Barolo Margheria Massolino 2011, Prapò Schiavenza 2011 e Brunate Ceretto 2011 tra i Collectibles, Bramito del Cervo 2014 di Antinori e Chianti classico Fattorie Rodano 2011 tra gli Smart Buys.Infine le FAQ  di Dr. Vinny sul Cognac.

 

 

Wine Spectator, vol. 40, no.14,  January  31-February  29, 2016, $5.95

 

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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