Sono tutti per l’Italia i titoli di copertina: tesori toscani e la storia di Riccardo Illy. Ma c’è uno spicchietto anche per Puglia e Nuova Zelanda.
L’editoriale di Marvin R. Shanken e Thomas Mathews, rispettivamente Editor & Publisher e Exective Editor di Wine Spectator, che apre la rivista è infatti dedicato allo stile italiano.
Seguono, come sempre, le rubriche: la posta, le news , le malattie della vite, l’uso moderato di vino contro l’Alzheimer, il Roquefort,e infine le pagine degli editorialisti (Laube sulla ripartenza di Manfred Krankl e Matt Kramer sulla rivalutazione delle varietà ritenute più modeste).
Il primo, ampio, servizio è sul blend vincente di Illy: vino e caffè.
Nell’articolo che segue tocca a Jayson Woodbridge di Hundred Acre e Layer Cake.
Poi eccoci finalmente alla Toscana, anzi alle due Toscana, con il Sangiovese che domina all’interno, mentre sulla costa primeggiano le varietà internazionali. 2010 e soprattutto 2011 sono le migliori tra le ultime annate dei rossi toscani secondo Wine Spectator: questa seconda annata soprattutto per i vini bolgheresi e maremmani. Nella graduatoria delle preferenze di Bruce Sanderson sono gli internazionali della Costa a prevalere (ai primi tre posti ), poi troviamo un Nobile (molto più giù) e infine il Chianti classico.(quest’ ultimo va un po’ meglio nella graduatoria dei Top values, ossia i vini con un buon rapporto qualità/prezzo).
L’articolo successivo è dedicato ai Chianti del Castello di Volpaia (ma il punteggio più alto tra i suoi vini lo ha ricevuto il Balifico, un super-tuscan).
Chiudono i servizi di questo numero quello sui vini della Nuova Zelanda, con Chardonnay e soprattutto Pinot noir (della Central Otago e Martinborough) in evidenza, e un altro dedicato alla Puglia e alla sua forte identità (irresistibile l’ascesa del Primitivo, soprattutto di Manduria e Salento) .
Infine l’appendice della Buying Guide.Quattro vini toscani (tre bolgheresi e un Nobile) nelle categorie Top, tre toscani e un Aglianico del Vulture tra gli acquisti convenienti.
