La stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin, marzo 20162 min read

In copertina: I tre Poullys (Fuissé, Loché e Vinzelles) del Maçonnais; i 50 vini che fanno la Languedoc; la storia segreta dei classements dei vini; un grande Sauternes,  La Tour Blanche; Alla scoperta dei vignaioli della Savoia.

 

Dopo  l’editoriale di Denis Saverot (Omaggio a Pierre Cheval, venuto meno poco dopo il conferimento del premio come uomo dell’anno con Aubert De Villaine), c’è una lunga intervista a Philippe Catusse, caviste e ristoratore di Béziers, conoscitore come pochi del vignoble del Languedoc.

 

 A seguire le notizie: la scomparsa di Charly Foucault, del mitico Clos Rougeard; lo Champagne “zero carbone” di Drappier; la Maison Picamelot ripianta una vigna storica a Talant, che risale al 1215; i nuovi sugheri di Amorim, garantiti al 100% contro il gusto di tappo .

 

Poi, la posta dei lettori, gli appuntamenti del vino, e finalmente il primo servizio. E’ dedicato ai tentativi di classement delle grandi vigne, di cui quello napoleonico del 1855 è l’esempio più celebre (interesserà ai lettori che amano la storia).

 

Il reportage del mese riguarda le avventure enologiche di otto produttori che hanno investito nell’acquisto di vigne. Il Face à Face riguarda il duello stilistico  (classicità o piacere immediato) tra Le Vieux Donjon e il Domaine de Villeneuve, a Châteauneuf-du-Pape, con due verticali a confronto, dal 1998 al 2012.

 

 La Tour Blanche, Premier cru del Sauternais , è il Domaine à la loupe scelto per questo mese, con l’assaggio di 13 annate dal 1943 al 2013.

 

 Il territorio sotto esame è quello insolito di Mina Gerais, in Brasile, dove  vino e caffè vanno a braccetto. In mezzo, le pagine di Jean-Robert Pitte (benedetto il riscaldamento globale!) e Olivier Poussier (un moelleux per le arance sanguinelle).

 

Al centro della rivista, l’inserto dedicato alle grandi degustazioni.

 

 Si comincia con le 50 migliori cuvées della Languedoc (al vertice il Coteaux-du-Languedoc blanc Oro del 1995 del Domaine Peyre Rose), poi le sorprese dei bianchi del Maçonnais , a Pouilly-Vinzelles, Pouilly-Loché e Pouilly-Fuissé, quindi una verticale di Carmes-Haut Brion, il solo cru le cui vigne sono comprese all’interno della cinta di Bordeaux, infine Vouvray Moelleux e buoni vini a poco prezzo della Loira.

 

Completa l’inserto il servizio dedicato alla conoscenza delle procedure della vinificazione. Questa volta si parla di collage.

 

L’itinerario di marzo  riguarda la Savoia, tra Bauges e Chartreuse, nelle terre degli antichi Allobrogi; Olivier Poels  presenta il grande accordo: sella di capriolo con salsa al cioccolato e Pinot noir (tedesco, il Castellberg 2009 di Martin Wassmer). Poi: gli indirizzi , i cavistes, vino e affari, le aste, la pagina di Sébastien Lapaque (i vini della classicità e le anfore).

 

La Revue du Vin de France, n. 599, marzo 2016, € 6.50 in Francia, € 7.20  in Italia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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