La stampa estera a portata di clic: Decanter Novembre 20152 min read

La copertina é dedicata al quarantennale della rivista.

 

Ad aprire questo numero é la foto della vigna di Decanter: la più piccola della Gran Bretagna, di soli 0,001 ettari.

Si trova sulla terrazza del Blue Fin Building di Londra, al decimo piano, affacciata sul Tate Modern, sul Tamigi e la Cattedrale di St. Paul.

 

E’ stata piantata nel 2007 e comprende le viti donate dagli uomini dell’anno Decanter : il Cabernet Sauvignon di Lynch-Bages, il Palomino di Domecq, il Pinot Noir di Roederer, Il Syrah di Guigal , il Sangiovese di Antinori, il Furmint di Royal Tokaji e due autoctoni spagnoli di Torres. Il vino? Naturalmente non se ne fa.

 

Si prosegue con le rubriche, le notizie, le lettere, le pagine degli opinionisti (Andrew Jefford e Jane Anson ).

Il primo servizio vero e proprio, di Sarah Kemp, é la storia della rivista.

 

Si prosegue, sempre a celebrazione del quarantennale, con i Fab Four di Decanter (Michael Broadbent, Hugh Johnson, Steven Spurrier ed Andrew Jefford), i momenti di svolta, le prospettive future.

 

40 autori chiave indicano i vini da loro preferiti del 2015 (ci sono tre vini italiani).

Hugh Johnson ricorda le sue esperienze gastronomiche più memorabili nelle migliori regioni del vino del mondo.

Elin Mc Coy incontra tre dei più famosi maîtres d’Hôtel .

 

L’intervista del mese é a Frédéric Rouzaud , a capo della Maison di Champagne Roederer; seguono il vintage report dell’annata 2011 del Barolo e della 2012 del Barbaresco secondo Ian D’Agata, e il profilo del Suertes del Marquès a Tenerife.

 

Jane Anson ha chiesto a tre grandi esperti i loro consigli ai collezionisti per le loro cantine.

 

Arriviamo finalmente ai Panel Tastings: questa volta sono i vini del Priorat e i Syrah neozelandesi sotto esame.

 

Poi: i migliori Pessac-Léognan rossi del 2012, le pagine di Spurrier, i weekday wines.

 

L’itinerario del mese é dedicato alla regione del Ventoux.

 

Poi ci sono ancora i ristoranti, i pub, le Notes & Queries, le notizie sul mercato e la leggenda del vino: stavolta é il Dom Perignon del 1975.

Decanter, vol 41, n. 2, November 2015, £ 4.40

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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